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  • Sampmania: Linetty, l'insostituibile a cui non tremano mai le gambe

    Sampmania: Linetty, l'insostituibile a cui non tremano mai le gambe

    • Lorenzo Montaldo
    Se sei polacco e ti chiami Karol, e magari sei pure nato nel 1995, nel pieno dell'era Wojtyla, ti porti sulle spalle un'eredità pesante. Forse sarà per questo motivo che a Karol Linetty, la colonna della Sampdoria targata Giampaolo, le gambe non tremano mai. Non gli tremavano il 30 luglio, quando ad un quarto d'ora dalla fine ha preso posto per la prima volta in mezzo al campo con la maglia doriana. E neppure quando il 21 agosto ha giocato - bene - la prima partita in Serie A, al Castellani di Empoli. Sarà l'abitudine ad un nome che porta in dote aspettative elevate, o forse più probabilmente il motivo reale è che Linetty conosce perfettamente le sue qualità e i suoi punti di forza. E chi ha confidenza con i suoi talenti, difficilmente ha paura.

    Nella Sampdoria degli sfavillanti Torreira e Muriel, del 'milionario' Praet e di 'Re Mida' Patrick Schick, il vero insostituibile è proprio lui: Linetty da Znin, cittadina nel centro della Polonia da 25.000 anime. Lo stesso giocatore che Giampaolo, appena sbarcato a Genova, battezzò così: "Tanta volontà, ma non conosce la lingua. Se altri hanno bisogno di 30 giorni per migliorare, a lui ne serviranno 130. Non può capire cosa dico, guarda e sente rumore". Per una volta, il mister si è sbagliato. Ma come ogni uomo intelligente - e Giampaolo lo è - il tecnico ha riconosciuto immediatamente il suo errore. Ha saputo cogliere benissimo anche tutto il talento del colpo di mercato degli uomini di Corte Lambruschini. Lo ha messo in campo con il Chievo, e da lì in poi non ci ha più rinunciato.

    Linetty non è un giocatore appariscente. Magari, a chi segue distrattamente una gara della Sampdoria, può saltare all'occhio meno rispetto ad un Torreira, al centro di tante speculazioni di mercato. Ma quello a cui non si può proprio rinunciare tra i centrocampisti blucerchiati è lui. Anche perchè la sua capacità polmonare (che è quella di un professionista dell'apnea) va di pari passo con un'intelligenza tattica fuori scala rispetto ai suoi 22 anni. Linetty, da mezz'ala, è sempre al posto giusto con un tempismo. Copre per due, facilita il compito del terzino alle sue spalle, intercetta una montagna di palloni e mantiene la lucidità necessaria per ripartire innescando il contropiede. Non è neppure un giocatore cattivo, lo testimoniano le 3 ammonizioni in 1.430 minuti complessivi. Per un calciatore chiamato a rompere il gioco avversario, sono niente.

    Ecco perchè la febbre patita in questi giorni ha spaventato Giampaolo. L'allenatore doriano non lo ammetterà mai, ma in occasione della partita con il Napoli un giocatore del genere è più prezioso dello stesso Torreira, o di Muriel. Preferireste rinunciare ad uno dei due sudamericani, oppure al giocatore capace di coprire le folate degli esterni azzurri, e che magari nell'azione successiva ha abbastanza fiato da stringere su Hamsik per sporcare l'azione manovrata per vie centrali? Personalmente non ho dubbi in merito.

    Napoli, e il San Paolo, potevano essere nel suo destino. E Linetty ad oggi resta un rimpianto degli azzurri: lo ha raccontato gonfialarete.com in questi giorni, rivelando un incontro datato 2015 tra l'entourage del giocatore e la dirigenza azzurra, a cui però mancò la convinzione necessaria per affondare il colpo. Forse staremmo parlando di un'altra storia, chissà. Magari Linetty non sarebbe diventato il giocatore che ammiriamo oggi, stritolato dalle pressioni di Napoli e orfano della cura Giampaolo, o forse sì. La controprova non la otterremo mai. Una certezza però la abbiamo. Anzi, facciamo due. La prima è che in questa Sampdoria Linetty incide tantissimo. La seconda è che se scenderà in campo al San Paolo, febbre o meno, le gambe non gli tremeranno. Non lo fanno mai.

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