La Samp ha svoltato. Tutto merito di Mihajlovic, della sua grinta trasmessa in maniera nitida e senza nessuna paura al gruppo che evidentemente non aveva gli stimoli giusti dal precedente allenatore. La squadra è rinata con poche ma brillanti mosse. Il serbo ha cambiato modulo, affidandosi al 4-2-3-1, sempre e comunque, allontanando il caos tattico di Delio Rossi.  Ha donato al gruppo la voglia di combattere dal primo all’ultimo minuto, facendo sentire tutti importanti e soprattutto vivendo dentro lo spogliatoio diversamente da come faceva il distaccato delio Rossi.

La rivoluzione in due mosse tra beffe, clamorosa quella contro la Lazio, rimonte, straordinaria quella a San Siro, e vittoria, ottima quella delle seconde linee in Coppa Italia ieri. Se al tutto si unisce la fortuna di azzeccare anche tutte le sostituzioni ecco che il miracolo prende forma in maniera decisa. La strada è quella giusta, ad ammetterlo sono anche quelli che all’inizio dell’era MIhajlovic erano decisamente scettici. Il sottoscritto, primo fra tutti, si cosparge il capo di cenere perché nel gruppo di chi ci credeva poco c’era anche lui.

Mihajlovic ha mille meriti ma ora deve mettere il turbo perché la classifica è ancora da brividi. Domenica lo attende la terza sfida dell’ex, dopo Lazio e Inter, prove superate a pieni voti, ecco il Catania. Bisogna vincere. Non ci sono alternative. Lo scontro è uno di quelli che vale doppio, con tre punti la Samp uscirebbe dopo mesi dalla zona retrocessione e darebbe un montante quasi da ko ad una diretta concorrente.

Niente beffe, niente rimonte, i blucerchiati dovranno comandare dal primo all’ultimo minuto. Solo così arriverà chiaro a tutti il segnale che la Sampdoria è guarita da una malattia che sembrava impossibile da scacciare fino a quando non è arrivato quel mago di MIhajlovic che in tre partite ha già fatto ricredere tutti. A proposito, complimenti al presidente Garrone, lui sì che non ha avuti mai dubbi sulla scelta.