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Sampmania: quei capitani poco amati

Sampmania: quei capitani poco amati

  • Lorenzo Montaldo
E così, alla fine, Roberto Soriano Genova l'ha lasciata per davvero. E dire che da un anno, forse anche due, il centrocampista doriano sembrava sul piede di partenza. Scaricato di fatto all'ultima giornata di calciomercato la scorsa estate, salvo poi ritrovarlo a Bogliasco il giorno dopo. Ad un passo dall'Inter a gennaio, poi accostato al nerazzurro per i restanti sei mesi, dando adito a fastidiose maldicenze ('è già a Milano, tira indietro la gamba'). Con che spirito il numero 21 può aver vissuto il suo ultimo anno in blucerchiato? Non deve essere stato affatto semplice, proprio per niente.

Eppure, nonostante le pressioni, le indiscrezioni e, perchè no, magari anche un po' di delusione - vanno bene l'amore e la riconoscenza, ma il professionismo e la carriera sono un'altra cosa - Soriano ha messo assieme 8 gol e 3 assist. Per un centrocampista non sono affatto bruscolini.
E' stato anche un capitano poco amato dalla pancia della tifoseria doriana per alcuni atteggiamenti 'poco grintosi', definiamoli così.

Per la verità, si tratta di un destino comune agli ultimi capitani blucerchiati dei tempi recenti. Anche Gastaldello, Eder e Palombo e persino Obiang non hanno sempre avuto un rapporto idilliaco con una parte dei sostenitori della Samp. Effettivamente, mettere d'accordo tutte le teste che compongono una gradinata non sempre è facile, e i social network amplificano e diffondono i messaggi, in ogni campo. 


Io personalmente mi ritengo parte di quella minoranza che nutre affetto verso tutti e quattro i giocatori citati (probabilmente sbagliando, non dico il contrario). Eppure credo che le valutazioni 'di campo' debbano seguire un ramo del discorso, mentre quelle sull'uomo, sulla persona, vadano fatte a parte. O meglio, non vadano proprio fatte.

Mi spiego meglio. Se mi si dice che Soriano è un giocatore inconcludente, che non completa l'ultimo passaggio, o che difficilmente crea superiorità al limite dell'area avversaria, rispetto l'opinione altrui. Posso non essere d'accordo - e vi assicuro che no, non lo sono, e come me la pensa il Villarreal pronto a sborsare più di 14 milioni per un giocatore 'incompleto' - ma accetto il punto di vista. Sono le valutazioni sulla persona a lasciarmi interdetto. E lo stesso dicasi per Gastaldello, Palombo ed Eder. Ma queste sono idee personali.

Ciò che mi chiedo, prendendo spunto dalla vicenda Soriano, è perchè a Genova non ci sia da parecchio tempo un capitano amato praticamente all'unanimità. L'ultimo, forse, si può considerare Sergio Volpi. Ritengo che lo spartiacque, come per molte delle tematiche riguardanti la storia recente doriana, sia rappresentato dalla sciagurata retrocessione. E dalle lacrime di Palombo, che chiedeva scusa alla sua gente. Un gesto forte, capace di spaccare un'intera tifoseria. Quel 15 maggio 2010 qualcosa si è rotto, tra il pubblico e la squadra. E non si è ancora ricomposto.

C'era chi accusava Palombo di scarso impegno (difficile crederci, altra opionione personale) e c'era chi, come me, rimase colpito da quelle lacrime che tutt'ora credo sincere. E in tanti non hanno digerito la partenza del numero 17 verso Milano soltanto qualche mese dopo, nel mercato invernale. Eppure, andrebbero anche ricordate tutte le offerte allettanti respinte al mittente quell'estate da parte del centrocampista, proposte che gli avrebbero garantito riscontri economici importanti, magari un ruolo centrale in una realtà ambiziosa, con la possibilità di svolgere tutto un ritiro insieme al nuovo gruppo. E perchè no, magari anche l'opportunità di rimanere in Nazionale. Decisamente molto meglio che un prestito a gennaio all'Inter. 

Da quel momento in poi, la frattura non si è più ricomposta. Neppure con Gastaldello, capitano posato e ottimo giocatore. Per quanto mi riguarda, penso avrebbe risolto buona parte dei problemi avuti dalla nostra difesa negli ultimi 2 anni. E' stato poi il turno di Eder, passato per 'traditore' al momento del suo trasferimento in nerazzurro. Senza dimenticarsi di Obiang, che per i più era 'lento'. In comune, i giocatori citati hanno anche una particolarità, come sottolineava Il Secolo qualche giorno fa: sono stati tutti ceduti.

Ecco, forse Obiang e Krsticic (con una carriera differente e meno sfortuna per il serbo, magari) avrebbero potuto invertire la tendenza. Giovani, facce pulite, arrivati a Genova bambini e cresciuti con il blucerchiato addosso. O magari Rizzo, ceduto forse troppo presto al Bologna. I tre prodotti della Primavera avrebbero potuto ricomporre quella frattura che non si vede, non si individua in maniera nitida eppure c'è, esiste. Il mercato li ha portati lontano, peccato, non avremo mai la controprova. 

Ora la Samp sceglierà un altro capitano: se la giocano De Silvestri e Viviano, credo che l'unico capace di mettere tutti d'accordo in seno alla Gradinata sia il portierone che lo scorso anno ha salvato praticamente da solo il Doria. Ma sono anche convinto che la fascia andrà a De Silvestri, che nel frattempo fa le prove generali da leader tramite le dichiarazioni importanti qualche giorno fa. Se la merita, e non ci resta che augurargli buona fortuna. Magari a lui il miracolo riuscirà.

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