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Sampmania: un rigore non cambia la storia

Sampmania: un rigore non cambia la storia

Ci sono notti stregate che nascono male e finiscono peggio. Notti che ti lasciano l'amaro in bocca ma che in fin dei conti ti fanno addormentare con il sorriso, perchè se è vero che non si può sempre vincere è altrettanto vero che se dalle sconfitte riesci a tirare fuori tanti aspetti positivi significa che il futuro ti sorriderà. Così il rigore di Icardi che batte Romero al novantesimo fa cadere l'imbattibilità della Sampdoria e la allontana dal duetto di testa assomiglia molto ad una di quelle beffe che il destino ti impone per chissà quale disegno.

Mihajlovic si arrabbia, dice convinto che non si meritava il pari e non lo fa per retorica ma solamente perchè sa che questa squadra non deve avere il minimo spazio per sedersi ma deve essere sempre spronata a fare meglio perchè altrimenti rischia di squagliarsi come fece l'anno scorso a Bergamo per fare solo un esempio.

Tutti sulla corda quindi anche perchè a San Siro è arrivata l'ennesima dimostrazione che la Sampdoria lotterà fino in fondo per un posto importante in classifica. Non sarà il terzo posto, per carità, ma il piazzamento europeo può e deve essere il traguardo da tagliare a fine stagione. Senza nessuna pressione ma con la voglia di rendere la stagione memorabile.

Il Doria visto a Milano è squadra sempre più solida e semplice. Mihajlovic ha costruito un gruppo che sa sempre cosa fare senza doversi inventare nulla di stupefacente per travolgere le piccole e mettere paura alle grandi. Se poi Duncan spara sulla traversa oppure se Handanovic si dimostra il migliore portiere della serie A dopo Perin poco importa. Se la Sampdoria a San Siro contro l'Inter si prende la scena per larghi tratti e ha il solo demerito di non sfruttare al meglio le occasioni create allora vuol dire che sulla sponda blucerchiata di Genova si può sognare, in barba ad Icardi e al rigore di San Siro.
 


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