Torino, Roma e Napoli. Sette giorni di fuoco per la Sampdoria, che da queste tre partite potrà capire qualcosa di più del campionato che la aspetta. Tre vittorie di fila e il primato virtuale in classifica hanno permesso all'entusiasmo che già montava in estate di pervadere tutto il gruppo, e spingere tutti a dare qualcosa di più. Ora l'impresa sarà quella di non montarsi la testa e soprattutto di non abbattersi al primo passo falso.

Da Edoardo Garrone fino all'ultimo conoscitore del mondo Samp, tutti si impegnano nel difficile ruolo dei pompieri. Non è facile, perché la neopromossa armata blucerchiata vorrebbe poter sognare in grande. Il rischio però è quello di passeggiare metri e metri sopra il cielo e poi cadere fragorosamente. Già visto, già fatto. Quindi via con gli estintori e con un po' di scaramanzia.

Per capire se davvero a Genova si potrà sognare già dai prossimi mesi bisognerà aspettare i tre esami dei prossimi sette giorni. Domenica arriva il Torino. Sarà scontro tra neopromosse e quindi tra pretendenti alla salvezza. Nell'ottica di mettere fieno in cascina non si può sbagliare, soprattutto dopo che altre due dirette concorrenti (Siena e Pescara) sono già state battute.

La salvezza è obiettivo minimo, i sogni sono fatti di altra pasta e passano direttamente dal turno infrasettimanale dell'Olimpico di Roma. Contro i giallorossi, là dove Pazzini trascinò in orbita i colori blucerchiati in altri tempi, la Sampdoria di Ciro Ferrera potrebbe davvero rischiare di montarsi la testa. Il rischio però esiste anche al contrario, perché l'unica cosa ancora che non si sa della Sampdoria è come potrebbe reagire dopo una sconfitta.

I tifosi vorrebbero non scoprirlo mai, e a giudicare dalla mentalità neanche il gruppo e l'allenatore vorrebbero mai sapere. A volte è proprio vero, ignorare è la cosa migliore. In attesa di sapere, intanto, alla fine dei sette giorni arriverà a Marassi il Napoli di Mazzarri: altra capolista, altra imbattuta. Chissà se tra una settimana sarà cambiato tutto oppure no.