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  • Sanremo, i voti: Elio molto meglio della sua 'Pazza Inter'

    Sanremo, i voti: Elio molto meglio della sua 'Pazza Inter'

    • Marco Bernardini
    Noi e il Festival: eccoci ancora qua, con le nostre pagelle dei campioni in gara. Dopo le dieci della serata inaugurale, vi offriamo le dieci della seconda puntata.


    ANNALISA (Diluvio universale): Il diluvio, in senso positivo, lo provoca lei con quella sua voce potente e prepotente che riesce a reggere in piedi una canzone riuscita a metà perché completamente priva di ritornello. Voto 6,5

    ALESSIO BERNABEI (Noi siamo infinito): un testo che viaggia in assoluta libertà rifacendo il verso all’omonimo film e viene appiccicato con la saliva ad una base musicale che ricorda troppo i Coldplay senza rendere loro merito. Voto 5,5

    CLEMENTINO (Quando sarò lontano): un rap molto particolare e personalizzato reso più suggestivo da un ritornello in napoletano. Disinvolto il giusto sa come rendersi simpatico alla platea anche senza atteggiamenti ruffiani. Voto 7

    VALERIO SCANU (Finalmente): il brano scritto da Fabrizio Moro e cioè da un autore che è una garanzia ha una sua grande e bella dignità. A farlo rimpicciolire è l’interprete che canta e si muove privo di personalità. Voto 4,5

    PATTY PRAVO (Immensi): la vecchia leonessa ruggisce ancora malgrado, guardandola, metta addosso un bel carico di malinconia. Non è ai livelli di “Dimmi che non vuoi morire”, ma è la solita eterna Nicoletta Strambelli. Voto 8,5

    FRANCESCA MICHIELIN (Nessun grado di separazione): è la dimostrazione vivente, anzi cantante, che non è necessario passare attraverso i talent per mettere in mostra le proprie doti artistiche. Il brano non è scontato e lei neppure. Voto 7

    ZERO ASSOLUTO (Di me di te): il duo è oramai ben navigato per muoversi nascondendo alla grande la scontata emozione da festival che acchiappa anche i big. La canzone è molto azzeccata per coloro a cui piace ballare. Voto 6,5

    DOLCENERA (Ora o mai più): ogni tanto, anche se non troppo di sovente, capita di sentire arrivare dal palco dell’Ariston una musica blues: il che fa bene al cuore. Lei, in compenso farebbe bene a esagerare meno non avendone bisogno. Voto 7

    NEFFA (Sogni e nostalgia): come un meraviglioso chanconnier da bistrot parigino incanta per naturalezza e semplicità per nulla ricercate. Tra le righe del canone musicale è possibile notare anche una sottile ironia. Il che non è poco. Voto 7,5

    ELIO E LE STORIE TESE (Vincere l’odio): una perfomance da standing ovation, senza aver paura di esagerare. ll nuovo colpo di genio di Elio e della sue Storie Tese con il Festival e la sua tradizione non c’entra nulla. Ma i continui colpi di scena, musicali e non, meritano il massimo. Voto 10
     

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