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  • Sansovini: 'Verratti il più forte, Insigne già pronto, Immobile da Nazionale'

    Sansovini: 'Verratti il più forte, Insigne già pronto, Immobile da Nazionale'

    • Matteo Palmigiano

    In cima alla classifica della classifica marcatori della Serie B c’è lui: Marco Sansovini. L’attaccante e capitano dello Spezia, a livello personale, sta vivendo una stagione fantastica. Dopo tanti anni in Serie C, gioca con Grosseto e Pescara in Serie B. Proprio con la squadra abruzzese nella scorsa stagione conquista la promozione in Serie A. Ora, con i suoi gol, cerca di salvare il suo Spezia, scivolato in zone pericolose della classifica. Calciomercato.com ha intervistato, in esclusiva, il bomber del club ligure:

    E' la stagione migliore della tua carriera?

    “Dal punto di vista realizzativo sicuramente. Arrivando a quota 18 gol, ho superato il mio record personale stagionale di 16 reti”.

    E’ una bellissima gara quella tra te, Zaza e Ardemagni per la vittoria della classifica cannonieri: chi la spunterà alla fine?

    “Non lo so, continuano a segnare tutti, sarà una bella lotta. Siamo tre giocatori di età diverse. Io sono il più grande (32 anni), poi c'è Ardemagni (25) e, infine, Zaza che è il più giovane di tutti (21). Non bisogna poi dimenticarsi di Tavano e Cacia. Ci dividono pochissimi gol, possiamo vincere tutti”.

    Le cose non vanno benissimo al tuo Spezia. Eravate partiti con grandi ambizioni, ma in questo momento siete in piena zona playout. Cosa è successo?

    “C’è poco da dire, ci sono mancati tanti risultati. A forza di perdere uno o due punti, alla fine ti trovi, inevitabilemente, in una situazione di questo tipo. La realtà, ora, ci dice che l’obiettivo è la salvezza. Mancano dieci partite in cui dobbiamo dare davvero tutto”.

    I continui cambi di allenatore vi hanno penalizzato?

    “Sicuramente non ci hanno aiutato. Quando cambi tre allenatori, di conseguenza, hai a che fare con tre modi di fare calcio completamente diversi che devi assimilare il più in fretta possibile. Cambia veramente tutto”.

    Come vanno le cose, ora, con Cagni?

    “Con il mister ci troviamo bene e lo seguiamo in tutto, ma ci trovavamo bene anche con Serena e Atzori. Dopo questi tre 0-0 consecutivi, speriamo di aver trovato un nostro equilibrio. Ora, però, è arrivato il momento di tornare a vincere”.

    Sei stato accolto alla grandissima all’inizio di questa stagione. Serena ti ha subito affidato la fascia di capitano e sei diventato in poco tempo uno degli idoli dei tifosi. Quanto è contato questo per te?

    “La fascia di capitano è stata una bellissima sorpresa, non me l’aspettavo, veramente. Pensavo che venisse affidata ad altri ragazzi che giocavano allo Spezia già la scorsa stagione. Sicuramente sono circondato da dei grandi compagni e molti di loro potrebbero fare il capitano. Ringrazio anche i tifosi, mi hanno sempre fatto sentire la loro fiducia”.

    Nonostante 128 reti tra Serie C e Serie B, non hai mai giocato in Serie A. Come mai secondo te?

    “Non lo so (ride; ndr). Probabilmente, il fatto che sia maturato tardi ha inciso. I primi anni della carriera ho giocato soprattutto in Serie C2 e C1, tra l’altro, non venendo schierato, sempre, da titolare”.

    Eppure l’anno scorso, la Serie A te la eri guadagnata sul campo con il Pescara di Zeman, segnando 16 gol. Ti sei sentito in qualche modo tradito dal tuo vecchio club? Pensi che avrebbero potuto puntare su di te?

    “L’ho detto sempre, non ho mai visto la mia partenza come un tradimento da parte del Pescara. Una volta saliti in Serie A, dovevano rinforzare la squadra. Io andavo in scadenza di contratto e ho preferito rimettermi in discussione con una nuova affascinante sfida”.

    Torniamo a Zeman. Qualcuno dice che non sia più all’altezza per allenare a grandi livelli. Tu cosa ne pensi?

    “Il mister fa il suo calcio da trent’anni. Credo che Zeman faccia la fortuna dei calciatori, ma anche che i calciatori facciano la fortuna di Zeman. Perciò, nel momento in cui la squadra smette di credere nelle idee del mister, crolla tutto”.

    Chi è il compagno più forte con cui hai giocato?

    “Non c’è dubbio: Marco Verratti”.

    Immobile e Insigne: chi farà più strada?

    "Mi auguro che tutti e due possano avere una grande carriera. Al momento, forse, Lorenzo (Insigne) è più pronto per grandi palcoscenici. Anche Immobile, però, è un grande attaccante e, secondo me, ha tutto per poter essere uno dei prossimi centravanti della nazionale”.

    Hai giocato in tante squadre, qual è quella a cui ti senti più legato?

    “Sicuramente il Pescara. Con i biancoazzurri, oltre ad aver centrato la promozione in Serie A lo scorso anno, ho giocato quattro stagioni. E’ il club in cui sono rimasto di più”.

    Sei nato a Roma e cresciuto nelle giovanili del club capitolino. Sei per caso tifoso?

    “Sì, proprio dei giallorossi”.

    Quanto hanno condizionato la tua carriera i primissimi infortuni che hai avuto da giovane?

    “Sono stati una bella botta. Due infortuni al crociato del ginocchio, prima della gamba sinistra poi di quella destra, sicuramente non sono il modo migliore per cominciare una carriera. Avevo solo 19 anni. E’ difficile dire, però, se, senza questi infortuni, il mio destino sarebbe stato differente”.

    Oltre al Sassuolo, chi salirà in Serie A?

    “Il Verona. I playoff sono una lotteria, anche se, ora come ora, meriterebbe di essere promosso anche il Livorno”.

    Domenica partita salvezza con la Pro Vercelli. Quanto conta una vittoria?

    “E’ a tutti gli effetti uno scontro diretto. Dobbiamo puntare solo alla vittoria. Nelle ultime giornate, le squadre dietro di noi hanno mosso un po’ la classifica. Ora tocca a noi”.

    Per concludere, sbilanciati: lo Spezia potrebbe essere l’ultimo club con cui giocherai?

    “Non saprei, è difficile dirlo. Sicuramente qui mi trovo bene e spero di rimanere ancora per molto tempo”.

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