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  • Sartori al Bologna?| 'Piazza ideale, bravo Pioli'

    Sartori al Bologna?| 'Piazza ideale, bravo Pioli'

    Intervista a Giovanni Sartori, responsabile dell’area tecnica del Chievo, durante la trasmissione “Tempi Supplementari” (in onda su Telecentro-OdeonTv).
     

    Direttore, come è stato letto in casa Chievo il pari raccolto a Bologna?
    “Certamente il punto soddisfa di più il Bologna: lo stesso Pioli ha ammesso che probabilmente meritava di più il Chievo, che ai punti avrebbe vinto. Va comunque bene così, peraltro anche all’andata avremmo meritato di più e siamo usciti addirittura sconfitti: nei due incontri con il Bologna avremmo dovuto raccogliere almeno un punto in più, ma il calcio è questo. In ogni caso abbiamo mosso la classifica e la prestazione ci dà fiducia e morale, anche in vista del turno di domenica prossima, uno scontro per noi fondamentale con il Siena: speriamo di arrivarci con la testa giusta”.

    La salvezza è l’obiettivo dichiarato sia del Bologna che del Chievo. Con il potenziale che hanno, le due squadre potrebbero in realtà ambire a qualcosa di più, come un piazzamento a quota 45 punti?

    “Sulla carta sì, considerando la proiezione dei punti finali alla luce di quanto fatto finora. Però le ultime partite sono sempre quelle più insidiose: noi saremmo contenti di arrivare a quota 43. Il Bologna l’ho seguito di recente e riconosco che è una buona squadra: con Pioli ha anche trovato l’equilibrio giusto, giocando con questo modulo 3-4-2-1 assai convincente”.

    Quale ritiene sia stata la chiave tattica della gara di domenica scorsa?
    “I nostri errori sotto rete e una disattenzione in fase difensiva: tutto questo ha permesso al Bologna di portare a casa un punto. Se avessimo evitato queste sviste, probabilmente avremmo conquistato l’intera posta in palio”.

    Lei ha citato il grande lavoro di Pioli: a suo avviso il mister rossoblu è tra i 6-7 migliori allenatori in Italia?

    “Sì, e lo sta dimostrando il lavoro che sta facendo. Da quando è arrivato a Bologna sta mantenendo una media punti almeno da Europa League e certamente ha tutto per arrivare, nel giro di qualche anno, in una grandissima squadra”.

    Una delle sorprese di stagione del Chievo è il centrocampista Bradley. Come siete riusciti a portarlo a Verona?
    “Lo conoscevamo dalla Confederation Cup in Sudafrica e quando ci è stato proposto le condizioni erano favorevoli, infatti non rientrava più nei piani del Borussia Mönchengladbach. Ci siamo lanciati su di lui e nel giro di 6-7 giorni abbiamo chiuso l’operazione definitivamente”.

    Ci conferma le voci di mercato secondo cui anche il Bologna era interessato al giocatore?

    “Sinceramente non so se su Bradley ci fosse anche il Bologna; so però che Pioli lo conosceva e lo ha sempre apprezzato molto, me lo disse lo stesso mister. All’epoca dell’acquisto, però, sulla panchina del Bologna c’era Bisoli e non so se lui seguisse o meno il centrocampista”.

    Tra Bologna e Chievo recentemente si è parlato di uno scambio Casarini-Bentivoglio. La trattativa può tornare d’attualità?
    “Casarini può essere un giocatore con delle caratteristiche da Chievo. In estate si era parlato di lui all’interno di un possibile scambio con Bentivoglio; l’affare poi non si è concluso e siamo andati avanti ognuno per la propria strada”.

    Parlando invece di lei, ha mai ricevuto offerte per lavorare a Bologna? Valuta la piazza rossoblu come una possibilità futura?

    “Ritengo Bologna una piazza ideale per lavorare. Ultimamente sono stato presente al Dall’Ara in occasione delle partite con Novara e Juventus, e ho potuto constatare con quale passione e competenza il bolognese vive il calcio.
    Bologna è una bellissima piazza, nella quale si può lavorare molto bene, oltre ad essere una bellissima Città: so che se mancano i risultati possono arrivare delle critiche, ma questo fa parte del gioco dovunque, del resto è successo perfino a Chievo”.

    Parlando proprio della vostra realtà, qual è il segreto per fare calcio in una società piccola e con budget spesso limitati?

    “Noi lavoriamo a lungo termine per quanto riguarda il settore giovanile, dove possiamo contare su professionisti veramente bravi. Lavoriamo invece a medio-corto termine in termini di prima squadra, perché l’obiettivo salvezza è troppo importante per società piccole come la nostra. Bisogna lavorare molto, girare parecchio e privilegiare l’osservazione: a questo proposito, a mio avviso il Chievo dispone di una buona rete di osservatori, creata tanti anni fa. Oltre a tutto questo, come sempre, ci vuole un po’ di fortuna; in ogni caso i ‘segreti’ sono sempre gli stessi: il lavoro e la passione, ed entrambi ci accompagnano quando viaggiamo in tutti i campi, dal più piccolo al più grande e prestigioso”.

    I club di serie A hanno detto “no” agli stage proposti dal commissario tecnico della Nazionale Cesare Prandelli. Qual è il suo giudizio in merito?

    “E’ un argomento difficile da affrontare. Capisco che per club come noi e il Bologna non sarebbe un problema, ma non va dimenticato che non abbiamo in squadra nazionali italiani. Abbiamo però nazionali stranieri: cosa succederebbe se le Nazionali straniere facessero questo tipo di richiesta? Capisco Prandelli, ma mi metto anche nei panni di quelle società, vedi Milan e Juve in particolare, che hanno diversi giocatori in maglia azzurra e si stanno giocando il campionato sul filo di lana. Prendere una decisione al riguardo è veramente molto complicato”.


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