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  • Sassuolomania: con gli stessi punti della Juventus

    Sassuolomania: con gli stessi punti della Juventus

    • Luca Bedogni
    Al di là di quello che i giocatori del Sassuolo verranno a sapere a breve, cioè a fine settembre, intorno al ricorso effettuato dalla società a proposito della partita persa a tavolino col Pescara, esiste una convinzione di fondo, nel gruppo, una consapevolezza sorda e pervicace che è ben più difficile da saccheggiare di quanto non lo siano tre punti. E' la parola del campo. Risuona forte, molto più forte di una sentenza, all'interno delle mura di uno spogliatoio.

    Il Sassuolo sarebbe infatti a 9 punti, secondo insieme alla Juventus (proprio quella Juve di mostri là del 3-1..) e a -1 soltanto dalla capolista, il Napoli di Sarri. Un inizio davvero sopra le righe, considerati i risultati appena ottenuti in Coppa.

    "Mentre si qualificava in Europa League, mentre stupiva il continente intero rifilando tre gol all'Athletic Club di Bilbao, il Sassuolo riusciva a mantenersi tra le prime della lista anche in campionato, proprio come accadde l'anno precedente". Questo è quello che qualcuno potrebbe già cominciare a scrivere su un qualche libro di storia sportiva.

    Ma torniamo alla cronaca e al commento. Causata principalmente dall'infermieria piena e dalla testa già alla prima giornata del girone F, la débâcle contro la Juventus (ma la dobbiamo proprio chiamare così?) è stata subito metabolizzata al meglio, grazie al successo di giovedì, e ora dalla vittoria contro il Genoa. Si può dire che abbia fatto bene anche perderla, quella partita di Torino. A ribadire quanto maturata sia la squadra, sono arrivati allora tre punti preziosi, preziosi, preziosi.

    Non era certo la partita più facile che potesse capitare a Di Francesco a soli tre giorni dalla parentesi europea. I precedenti non erano a favore del Sassuolo. Su 6 gare disputate in Serie A, pareggio a parte, 3 le avevano vinte i grifoni, 2 i neroverdi. Specie l'anno scorso, il Genoa era risultato particolarmente ostico, avendo vinto sia all'andata che al ritorno. Ieri si è ripristinato l'equilibrio.

    La squadra di Juric, per quanto fosse partita meglio e avesse disputato un buon primo tempo, è stata battuta nella fase centrale della ripresa: nel giro di 10', tra il 58' e il 66', Defrel si è scatenato. Prima ha causato il rigore del vantaggio, superando in tunnel un ingenuo Pavoletti, poi ha seminato di nuovo il panico nell'area avversaria, offrendo indirettamente a Ricci un'occasione così ghiotta che ci sto ancora male io, figuriamoci lui, infine si è tuffato sul bel cross di Peluso, per la gloria del suo 5° gol stagionale (il 2° in campionato).

    Ora il Mapei Stadium non mugugna più, lo acclama. Comprende finalmente quanto qui sopra abbiamo sempre detto, sin dal suo esordio. Defrel al Sassuolo ha fatto e continua a fare meglio di Zaza. Non badate ai gol, ai colpi ad effetto. Che, tra l'altro, anche quelli stanno arrivando, come vedete. Pensate a quanto corre (Di Francesco dice che i suoi gol valgono doppio), agli assist (2 solo nelle ultime due partite), a tutti quei palloni che invece di sparare in curva senza cognizione trattiene, dando respiro e facendo salire la squadra. Pensate all'intelligenza del suo modo di giocare. Ora aggiungeteci quant'è veloce e quanto ami dialogare coi compagni. Stop, non voglio fare come al solito l'elogio del francese. Ormai è evidente a tutti, non serve più.

    Ultime osservazioni su Sassuolo-Genoa, di natura puramente tattica: i neroverdi hanno ottenuto la vittoria con un baricentro mediamente sotto l'altezza della metà campo (a 48,85 m), a differenza del Genoa che, invece, stava quasi dieci metri più alto degli avversari (baricentro medio a 55,28 m). I rossoblù, inoltre, per la natura del loro gioco, riuscivano ad essere sia più corti (una lunghezza media di 27,06 m vs 30,83 m) che più larghi (39,07 m vs 37,06 m), andando così a sviluppare molto il gioco sulle fasce, e quindi quasi mai per vie centrali, dove Veloso e Rincon risultavano spesso oscurati da Duncan e Pellegrini. Questo spiega le buone prestazioni di Laxalt e soprattutto Lazovic (il 50% del bilanciamento offensivo del Genoa pendeva proprio sulla destra). Al contrario, il Sassuolo si è concentrato negli attacchi principalmente nella  fascia centrale (46%), a testimoniare due elementi: il primo è che i terzini neroverdi sono stati ancora troppo bloccati, il secondo è che gli esterni alti, nel gioco di Di Francesco, sono falsi esterni, e si muovono per convergere, a supporto di Defrel.

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