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  • Sassuolomania: Davide contro Garcia

    Sassuolomania: Davide contro Garcia

    La scivolata di Zaza ha un che di acrobatico, è un gesto a sé, calcolato e imprevedibile. Non è la prima volta che ammiriamo l'impeto e l'agilità marziale del centravanti neroverde, quelle doti che, unite a un'ottima tecnica e a un sinistro da museo della scienza, portano Conte a preferirlo ripetutamente a Balotelli. Questo gol, si è detto, oltre ad aver sbloccato il risultato, sblocca Zaza dalla zona d'ombra in cui s'era intanato; sembrava aver perso la sua cifra. Zaza raggiunge l'efficacia, che nel suo caso è un tutt'uno con la grazia e la potenza, soltanto se si danna, pressa e agisce coi compagni. Non cerchi la giocata a tutti i costi, allora, cerchi la prestazione, l'adrenalina. Il colmo per un pelato, infatti, sarebbe intestardirsi..

    Sciocchezze a parte e concluso questo breve elogio della scivolata, veniamo al resto della partita con la Roma. Se è vero che il primo gol può essere ridotto (non certo da me) a un incidente, a un caso fortuito, la seconda rete del Sassuolo, sempre di Zaza, mi offre lo spunto per parlare dell'atteggiamento esemplare della squadra e per aprire una parentesi, credo, fin troppo sassuolomaniacale. 

    Che pressing! Avete visto che fluidità nelle ripartenze? Quanti break sulla trequarti avversaria (povero Strootman, povero De Rossi!) sui palleggiatori compassati della Roma! Raddoppi, triplicazioni improvvise in qualunque parte del campo, varie combinazioni di pressione in varie zone di pertinenza significano un alto grado di attivazione collettiva, di frenesia organizzata, di energica armonia. Il lavoro difensivo comincia dai tre attaccanti e, si può dire, ne dipende, senza nulla togliere agli altri reparti, sabato sera quasi perfetti. Poi si è pareggiato, eh, non bisogna dimenticarsi che abbiam lasciato là due punti che si potevano, si dovevano portare a casa, al di là dei presunti torti subiti. 

    Parentesi maniacale: la settimana scorsa, mentre leggevo un'intervista a Di Francesco sulla Gazzetta, mi sono appuntato i libri che il nostro Mister dice di tener sul comodino: Il sogno di Futbolandia di Valdano e L'arte della guerra di Sun Tzu. Guardo la partita in differita lunedì sera, bocca aperta, il giorno dopo sono già in biblioteca. Lasciamo stare il libro di Valdano, per il momento, leggiamoci il cinese, mi dico. Così oggi vi butto lì qualche citazione di Sun Tzu, voi ditemi se questo è un vezzo, una trovata per chiudere l'articolo, oppure se è legittimo meditare sulle fonti, in seguito a quanto è accaduto all'Olimpico

    - "Chi sa bene utilizzare l'esercito può essere paragonato al serpente shuairan del monte Chang: se lo colpisci sul capo, la coda risponde; se lo colpisci sulla coda, è il capo a rivoltarsi; se lo colpisci nel mezzo, si rivoltano entrambi. Chiedetemi se è possibile far muovere l'esercito come quel serpente, e vi risponderò di sì."
    -"Se il nemico apre dei varchi, è necessario incunearvisi in gran velocità"
    -"La disposizione delle truppe deve somigliare all'acqua"
    -"All'inizio sii ritroso come una vergine; se il nemico apre un varco, sii come una lepre che corre. Allora non potrà resisterti"
    -"La vittoria è prevedibile, ma non sicuramente attuabile"

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