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  • Sassuolomania: l'errore comprensibile di Di Francesco

    Sassuolomania: l'errore comprensibile di Di Francesco

    • Luca Bedogni
    Nemmeno la sconfitta pesante di Torino aveva fatto così male come questo 3-0, in casa, contro l'Atalanta. La Dea è arrivata da Bergamo in pullman e, calzati i tacchi, ha passeggiato su un Sassuolo prono, sfatto e sottomesso. Naturale sia doloroso perdere così.

    Si è detto costretto dalle numerose assenze, Di Francesco, a impostare la partita a specchio: 3-4-1-2, ancora un altro modulo. Lo specchio delle brame della Dea. Il mister però se ha giocato così, non l'ha fatto per pura emergenza, voglio dire non solo per questo; non voleva adattarsi, andare a specchio per andare a specchio, come avrebbe poi riferito in conferenza stampa, piuttosto pensava di poter mettere in difficoltà l'Atalanta in quel modo, tenendo un giocatore (all'inizio Politano, poco dopo Defrel, prima del cambio di modulo al 30') tra la linea a tre dei bergamaschi e la coppia di centrocampo. Matri e Defrel dovevano impegnare i centrali avversari, così il trequartista avrebbe dato fastidio contemporaneamente alla loro mediana (in fase di raccordo) e alla loro difesa (con gli inserimenti e la parità numerica). A Lirola e Peluso restava il compito di arginare Spinazzola da una parte e Conti dall'altra, cosa che è riuscita poco a Peluso, per niente allo spagnolo.

    La difesa a tre neroverde si è trovata costantemente sotto pressione grazie alla scelta "a sorpresa" di Gasperini: si è presentato a Reggio con il suo 3-4-3, variando appena quel 3-4-1-2 che  aveva fatto la fortuna dell'Atalanta in queste ultime giornate. Kurtic a destra, quindi, e non in mezzo, dietro le punte come si pensava. Neutralizzando l'uomo "in più" del Sassuolo (Politano a ridosso di Defrel e Matri), Gasperini è andato a giocarsi l'uno contro uno in tutte le zone del campo, mantenendo di fatto la superiorità numerica in fase difensiva (a turno, uno dei tre centrali).

    La prima mezz'ora è stata dunque all'insegna dei duelli, praticamente tutti persi dagli uomini di Di Francesco. Gomez e  Kurtic o costringevano Peluso e Lirola ad abbassarsi, e di conseguenza a lasciare libertà agli esterni Spinazzola e Conti, oppure sfruttavano l'ampiezza allargando le maglie della difesa a tre del Sassuolo (Gazzola, Acerbi, Terranova). Spesso gli stessi Gomez e Kurtic ricevevano il pallone a mezza via, cioè tra il centrale laterale e l'esterno del Sassuolo, in una posizione difficilmente oscurabile, senza creare squilibri.

    Ma la partita è stata persa principalmente a centrocampo, dove Kessié si è mangiato Pellegrini, e Biondini, in difficoltà nelle vesti di regista, non ha saputo dare qualità alla manovra, pur avendo prodotto il solito grande contributo (6 palloni recuperati). Il più stanco di tutti (ricordiamo che in quest'ultimo periodo è stato sempre utilizzato, quindi anche giovedì in Coppa, in un centrocampo d'emergenza), Pellegrini, si è trovato di fronte Kessié, una forza della natura. Basta andare a vedere qualche dato: il numero di palle recuperate da Kessié (10!), il numero di falli fatti da Kessié (4), le palle perse da Pellegrini (6), le recuperate da Pellegrini (solo 2). Bisogna poi considerare che quando sta bene fisicamente, il giovane centrocampista del Sassuolo supera tranquillamente gli 11 km percorsi a partita. A prova di quanto non fosse in giornata, ieri non l'ha fatto, mentre Kessie' (che stava bene come un palestrato all'asilo quando c'è da spostare un armadietto o un tavolino) naturalmente sì. Forse anche per questo Biondini s'è fatto un vero mazzo: è arrivato a 12,847 km.. Ma quando si corre così tanto, spesso si rincorre, e questo è sintomatico.

    Lirola dopo soli trenta minuti è stato sostituito, e Di Francesco è passato al 4-2-4. C'è stata una piccola reazione, il Sassuolo si è alzato, ha colpito una traversa con Defrel, poi ha subito il tre a zero, il colpo di grazia. Nella ripresa un guizzo (un altro legno) di Politano altrimenti deludente, benché fresco di nazionale, e niente, è finita sul 3-0, con l'espulsione di Di Francesco a completare il quadro.

    Stavolta, dispiace, ma il tecnico neroverde, in quella prima mezz'ora, ha complicato la vita ai suoi ragazzi, e io non credo, come ha cercato di giustificarsi lui nel post-partita, solo perché costretto dagli infortuni (aveva a disposizione soltanto tre centrocampisti, di cui uno appena recuperato). Ha scelto, Di Francesco, e ha scelto un modulo più difficile e dispendioso del 3-5-2 o del 4-2-3-1 a cui era passato per necessità di recente.

    Nel 3-4-1-2 visto ieri è fondamentale la forma fisica degli interpreti, specialmente dei quattro di centrocampo, garanzia che il mister ieri non poteva avere. Se ricordiamo poi certe disfatte del Sassuolo in Serie A (una con la Lazio e un'altra, sempre in casa, con la Fiorentina), troveremo sempre questa coincidenza: l'impiego del modulo-emergenza 3-4-3. A differenza del 3-5-2 e del 4-2-3-1, questo è un modulo che va allenato costantemente (chiedere a Gasperini) e che non si può improvvisare più di tanto. A maggior ragione nei momenti di difficoltà. Naturalmente è sempre facile scrivere dopo, il lunedì mattina, con la tazzina di caffè posata sul match report, accanto al portatile.

    Poi, se volete, si può parlare anche di tutto il resto, a partire dal fuorigioco di Gomez sul primo gol. Passando però anche per la situazione infortuni imbarazzante, le prestazioni di Lirola e Matri, per arrivare a parlare del mercato estivo appena trascorso e dei tre punti regalati al Pescara. Insomma, di tutti quei debiti che la società ha nei confronti di un grande allenatore come Di Francesco. Questo per dire che, secondo me, a gennaio, andrebbe consolato un po'. E come si deve.

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