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  • Sciopero, hanno ragione i giocatori. E Prandelli ha il diritto di incontrare i tifosi viola

    Sciopero, hanno ragione i giocatori. E Prandelli ha il diritto di incontrare i tifosi viola

    di Xavier Jacobelli

    direttore quotidiano.net

    Maestro nel mondo non soltanto sul campo, dove ha vinto 4 titoli mondiali e un titolo olimpico, il calcio italiano lo è anche nel complicarsi la vita quanto a organizzazione del suo campionato principale.

    Sono anni che si suggerisce di cominciare il torneo all'inizio e non alla fine d'agosto, come succede in Inghilterra, Germania e Francia e sono anni che quelli della Lega fanno orecchie da mercante. Risultato: i club rimediano sistematiche figuracce sia in amichevole sia nelle competizioni ufficiali (Palermo subito fuori dall'Europa non per mano del Barcellona o del Real, ma del Thun) per non dire del primo turno della Champions in settembre, che regala sempre legnate. Intanto, la Nazionale viene esposta al rischio sconfitta nella solita amichevole preferragostana che si gioca per via del contratto tv (e mercoledì a Bari c'è addirittura la Spagna campione d'Europa e del mondo).

    Poi c'è la questione degli stadi. Fanno pena, così pena che il nostro calcio ha prso la corsa a Euro 2012 (Polonia e Ucraina) ed Euro 2016 (Francia). Galliani, braccio destro di Berlusconi nel Milan dal 21 febbraio 1986, presidente di Lega dal 2002 al 2006, va in Cina e scopre che la colpa è di quelli nuovi che ancora non ci sono. Perchè non ci sono? Perchè la Casta da tre anni lascia dormire in Parlamento il disegno di legge bipartisan che, se approvato definitivamente, consentirebbe la costruzione di nuovi impianti a costo zero per i contribuenti. Chi è il capo del governo e della maggioranza? Il proprietario del Milan: nonha nulla da chiedergli Galliani, a proposito di stadi?

    Naturalmente, a tre settimane dall'inizio della serie A, non poteva mancare la minaccia di sciopero dei calciatori.  Quando si parla di astensione dal lavoro di una categoria privilegiata alla quale appartengono 650 professionisti, i cui emolumenti medi annui oscillano attorno ai 1.250 milioni di euro netti, premi esclusi, la prima reazione non può essere che di condanna: all'epoca, non gliele abbiamo mandate a dire. Ma stavolta, Tommasi e i suoi sodali hanno ragione: perchè non di battaglia del grano si tratta, ma di rispetto di accordi presi otto mesi fa. E siccome in otto mesi, la Lega non ha firmato nulla, i giocatori colgono l'attimo propizio e, nel momento di massimo potere contrattuale, cioè alla viglia dell'inizio del campionato, dettano l'aut aut. E fanno bene. Come reagisce la Lega? Prima risponde piccata con il suo presidente uscente Maurizio Beretta, che è in prorogatio e, come capo delle relazioni esterne di Unicredit si presume abbia altre gatte da pelare in questi gorni. Ma i presidenti di A non riescono a trovare il successore di Beretta, costretto a fare fuoco e fiamme salvo poi correggere il tiro e affermare, poco fa, che al 90% l'intesa è stata raggiunta.

    Previsione? Il 19 agosto si riunirà l'assemblea di Lega. Ufficialmente, del contratto dei giocatori si dovrebbe parlare il 1° settembre, ma scommettiamo che finirà a tarallucci e vino già fra undici giorni? Scommettiamo. 

    La Nazionale, nel frattempo, si è radunata a Coverciano per preparare il test con la Spagna. Ieri sera, Prandelli che incidentalmente, risiede a Firenze e per cinque anni è stato il tecnico della Fiorentina alla cui storia si è consegnato con una serie di risultati straordinari, ha incontrato una delegazione di tifosi viola. Volevano parlargli della sua ex società, squassata dallo scontro frontale fra i Della Valle, che hanno minacciato di lasciare ritenendo "sgradevole e incivile" la contestazione di cui sono bersaglio e una parte di sostenitori, fortemente critici verso la campagna acquisti sin qui condotta. Apriti cielo: il club viola si è infuriato perchè il ct si è permesso di intrattenersi a colloquio con una delegazione del Settebello, storico e appassionato gruppo della Curva Fiesole. Ma si può? No che non si può. Prandelli ha il diritto di parlare con chi gli pare, soprattutto con i suoi ex tifosi che in realtà, ex non lo sono mai diventati, godendo Cesare di stima meritata quanto illimitata. Che dà terribilmente fastidio

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