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  • Scommesse, perché in LegaPro quotano una partita su tre? E' tutto regolare?

    Scommesse, perché in LegaPro quotano una partita su tre? E' tutto regolare?

    Tra domani, sabato, e dopodomani, domenica, si giocano 27 partite di LegaPro: domani i gironi A e C, dopodomani il B. E’ la penultima giornata di campionato: alcuni verdetti sono già definitivi, molti altri no. Ci sono, insomma, un bel po’ di incontri decisivi, per l’una o l’altra squadra, oppure per entrambe.
     
    Come sapete, sulla LegaPro sono aperte le scommesse. Legali, ovviamente, con tanto di timbro dei Monopoli di Stato: se un qualsiasi bookmaker vuole quotare queste gare, può tranquillamente farlo. Del resto ormai si punta praticamente su tutto e su ogni campionato. Per quanto riguarda il calcio, ad esempio, sulla terza e anche quarta o quinta serie di moltissimi paesi: in pratica si gioca sull’equivalente della nostra LegaPro di Francia e Spagna, mentre per l’Inghilterra e la Germania si va addirittura oltre arrivando a scommettere sulla quinta o sesta categoria.
     
    Anche quest’anno, però, con l’avvicinarsi della fine dei campionati si verifica un particolare piuttosto inquietante, che viene generalmente fatto passare sotto silenzio ma in realtà meriterebbe un’analisi serissima: i bookmaker non quotano gran parte degli incontri della LegaPro. Per la precisione, su 27 partite, in questo week-end danno la possibilità di puntare su un numero di incontri che oscilla tra 7 e 12, a seconda dell'agenzia scelta. In media due partite su tre, insomma, sono escluse dalle scommesse. Non solo: le quote, che abitualmente vengono fornite a inizio settimana (il martedì), sono state inserite nei palinsesti soltanto nel pomeriggio di giovedì, prima da una e poi dalle altre agenzie.
     
    Perché accade tutto questo? Inutile girarci attorno: i bookmaker temono che queste gare non si svolgano in modo regolare. Non hanno certezze né prove, ovviamente, altrimenti denuncerebbero tutto quanto, ma il sospetto è forte.
     
    Tenete conto che gli stessi bookmaker possono rimetterci fior di quattrini se quotano una gara “aggiustata”, o comunque indirizzata, perché ci sarebbero puntate fortissime dall'esito sicuro. Perciò non vogliono correre rischi: assolutamente comprensibile, ci mancherebbe; il loro obiettivo è il profitto. Infatti il problema non riguarda la scelta di Snai, Lottomatica, Matchpoint o Intralot, tanto per citarne alcuni: loro sono liberissimi di non produrre quote che potrebbero esporle a un flop economico. La questione è un’altra: com’è possibile che la sensazione di partite affrontate da almeno una delle due squadre “senza le necessarie motivazioni”, diciamo così, sia tanto forte? E ancora: è accettabile che nessun dirigente del nostro calcio si scandalizzi o quanto meno si preoccupi, e che chieda indagini accurate e approfondite?
     
    A margine vi possiamo anche dire che i campionati minori inglesi sono arrivati allo stesso punto dei nostri, la penultima giornata, e che la situazione è questa: in terza serie quotate 12 partite su 12, in quarta serie 12 su 12, in quinta serie 12 su 12. E le quote ovviamente sono disponibili sui siti di tutte le agenzie di scommesse del mondo almeno da martedì scorso. Insomma: per i bookmaker, italiani e stranieri, la nostra LegaPro ha una ventina di incontri su ventisette “a rischio”, il calcio minore inglese ne ha zero su trentasei. E lo stesso accade nella terzo campionato francese (quotate 9 su 9) o tedesco (10 su 10).
     
    C’è qualcuno che ha voglia di affrontare questo problema? Oppure continuiamo a lasciar passare tutto sotto silenzio, con la sgradevole sensazione di assistere a partite già scritte? Gravina, da poco presidente della LegaPro, a suo dire portatore di una grande ventata di novità, non prende di petto questa inquietante situazione? E in Federazione, nessuno dice niente?

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    Stefano Agresti​
    @steagresti

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