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  • Scudetti revocati, questione di stile: la Juve li conta, il Torino rispetta le regole

    Scudetti revocati, questione di stile: la Juve li conta, il Torino rispetta le regole

    • Andrea Piva
    Da mercoledì mattina il Torino è tornato nella sua casa: il Filadelfia. Lo storico stadio dalla prossima stagione sarà nuovamente il centro di allenamento della prima squadra e ospiterà, oltre che la sede del club e in futuro anche il museo, anche le partite della Primavera. Così come la  Juventus con lo Stadium, anche la società granata ha a Torino un suo centro nevralgico. Entrando nei due impianti, il Filadelfia e lo Stadium, quello che salta però immediatamente all'occhio è la opposta gestione di una situazione delicata come quella degli scudetti revocati: la Juventus, in barba alle sentenze della giustizia sportiva, espone orgogliosamente i loghi dei tricolori del 2005 e del 2006 e, all'ingresso principale, ha posto a caratteri cubitali la scritta “35” sopra la raffigurazione di un grande scudetto, il Torino invece non cita all'ingresso del Filadelfia il tricolore del 1927, prima vinto e poi revocato.

    STILI DIFFERENTI - Entrambe le società ritengono un'ingiustizia la revoca dei rispettivi scudetti e, notizia degli ultimi giorni, il Torino ha anche richiesto ufficialmente la restituzione di quello del 1927, rimasto inassegnato. Al di là delle motivazioni che hanno spinto la federazione, in diversi periodi storici, a togliere ai due club torinesi i titoli vinti sul campo, è evidente la differenza di stile con cui Torino e Juventus hanno scelto di far valere le proprie ragioni: la società granata sta rispettando una sentenza (nonostante la ritenga ingiusta) e indica 7 scudetti vinti e non 8, quella bianconera si è invece autoproclamata campione d'Italia sia nel 2005 che nel 2006, espone nel proprio stadio 35 tricolori e non 33, nonostante uno di quei titoli sia addirittura ufficialmente assegnato ad un'altra squadra: l'Inter. Una città, due squadre, due stili.

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