Nell’ultimo periodo si parla con grande frequenza di errori arbitrali. Nel calcio italiano vi sono però parecchie difficoltà da affrontare e di cui si discute in maniera meno assidua.

Basti pensare che la condizione dei nostri stadi risale ormai al secolo scorso. Alcune partite, a livello internazionale, si è rischiato addirittura di non poterle disputare a causa della situazione dell’impianto. Spesso gli incontri si giocano su campi che versano in stato veramente difficile (tra le altre Napoli-Fiorentina, con problema legato al manto erboso del San Paolo). Le arene del calcio italiano di frequente sono in zone delle città che provocano disagi nella gestione del traffico prima, durante e dopo la partita. Per quanto concerne il confort, spesso troviamo zone scoperte dove i tifosi sono esposti alle variabili del meteo. Nelle ultime stagioni calcistiche non si sono potuti disputare alcuni match a causa della condizione degli spalti ghiacciati e pericolosi, quando la neve e il forte freddo hanno fatto capolino sulle nostre città. Spesso i giornalisti devono fare fronte a problemi legati all’utilizzo di rete wi-fi per connettersi a internet. Non è così nel resto d’Europa. In Germania gli impianti sono quasi tutti recenti anche grazie al mondiale 2006, lo stesso in Portogallo (europei 2004) e in molti altri Stati. Tutto questo, in correlazione con altri fattori, determina il forte calo di presenza di spettatori allo stadio. Il presidente della Lega Calcio di serie A, Mauruzio Beretta, ritiene che la situazione dei teatri del calcio italiano sia uno dei problemi maggiori del nostro pallone.

 Anche altre, però, sono le difficoltà da affrontare: la complicata gestione dei club di marketing e merchandising, i bilanci societari tendenti al rosso, i problemi dei settori giovanili, la predisposizione ad acquistare calciatori esteri piuttosto che valorizzare gli italiani