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  • Serie B, Abodi: |'Felici di essere d'aiuto per la A'

    Serie B, Abodi: |'Felici di essere d'aiuto per la A'

    Il presidente della Lega Serie B, Andrea Abodi, è intervenuto oggi nello studio di Sky Sport24 HD, nel giorno del Consiglio e dell’Assemblea di Lega nella sede milanese di Sky Italia. 

    Cosa ci aspettiamo da questo campionato di Serie B?
    Ci aspettiamo che ci sia emozione, competizione, che ci sia prima di tutto la credibilità di un campionato che se la deve conquistare ogni sabato. Noi cerchiamo di alleviare i disagi del mondo, speriamo di essere fino alla fine del campionato un ammortizzatore sociale, di essere coltivatori di emozioni, sapendo che il nostro campionato offre delle opportunità, ma ha anche i suoi rischi. Ovvero, quest’anno che non ci siano i play-off, che sono una coda importante, ma è il campo che decide. Poi saranno le squadra che stanno lì, le prime tre che sono andate in fuga, le altre che incombono. Questa sarà la grande sfida di questa fine stagione, mancano ancora tre mesi, tantissimo, quindi è tutto ancora molto aperto. Il campionato di Serie B ci ha raccontato storie di recuperi repentini, di rovesci non prevedibili, quindi sono convinto che riuscirete insieme a noi a raccontare ancora una volta in modo emozionante questa nostra ennesima stagione.

     
    Qual è il primo obiettivo che concretamente si pone, la prima cosa che vorrebbe realizzare?
    Può sembrare un obiettivo superficiale, non facilmente identificabile, però vogliamo entrare sempre più in sintonia con i nostri tifosi, quelli che ci sono, che ci saranno, dobbiamo intercettarli, gratificarli, rispettarli, speriamo con i nostri comportamenti, con i nostri linguaggi di dirigenti, allenatori e giocatori, di raggiungere l’obiettivo. Per fare questo abbiamo bisogno anche di darci un contesto, un contegno infrastrutturale, quindi lavorare sulla crescita dei nostri stadi, che devono essere sempre più accessibili, dobbiamo lavorare sulla nostra reputazione, dobbiamo lavorare anche sulla dimensione economica, perché dobbiamo riavvicinarci un po’ alla realtà. Il nostro campionato e la nostra Lega hanno bisogno di regole anche finanziarie che avvicinino la nostra dimensione a quella dei nostri tifosi, non vogliamo allontanarci troppo e questo lo faremo.
     
    Sulla sfida scudetto di domani, Napoli-Juventus
    Noi la guardiamo da appassionati di calcio, perché siamo molto concentrati sulla nostra dimensione, ma da appassionati di calcio guardiamo anche sopra. Tra l’altro, con la Serie A non può che esserci un rapporto molto stretto, ci regaliamo ogni stagione tre squadre che salgono e che scendono, quindi dobbiamo anche lavorare molto più di squadra e di sistema. Di solito le leghe viaggiano in modo un po’ disarticolato. Io credo che abbiano bisogno all’interno della casa federale di trovare invece una maggiore armonia per armonizzare le politiche, i calendari, gli obiettivi, superare un po’ le difficoltà anche organizzative che ci sono.
     
    Per non parlare dei giovani talenti che la Serie B regala sempre alla Serie A…
    Lo so, ma sono convinto che già ci sono timidi segnali di risveglio. Quest’anno c’è una società di Serie A, il Milan in particolare, che ha riaperto un forte canale di contatto con i nostri giovani talenti, hanno investito più di 7 milioni e 200 mila euro sui talenti della Serie B. Noi siamo un grandissimo serbatoio, secondo me sta più a noi promuoverli al meglio e magari a loro accorgersene prima. Sono convinto che la nostra missione si va consolidando, sono convinto che alcune società, a partire appunto dal Milan, che lo ha fatto nell’ultima campagna trasferimenti, possano aprire un fronte nuovo e ritornare ad una vecchia dimensione di rapporto che si è perso nel tempo. Sostituire almeno in parte il mercato estero, che in questi ultimi 10 anni ha preso troppo piede, far rimanere le risorse finanziare all’interno del nostro sistema penso che sia positivo e riaprire il rapporto di collaborazione tra A e B è fondamentale.
     
    Cosa c’è dietro al fenomeno Sassuolo?
    È un mix fatto certamente di una oculata disponibilità finanziaria, di un’ottima capacità manageriale, di una volontà di fare tesoro dell’esperienza passata, quella dello scorso anno, dove il Sassuolo ha fatto comunque molto bene e purtroppo perdendo la Serie A quasi sul traguardo, investendo meno della metà e raggiungendo obiettivi ancora migliori. Questo vuol dire che tutte le componenti hanno lavorato per ottimizzare il risultato e vuol dire anche che c’è stata una scelta anche qui oculata del quadro tecnico, quindi a partire dall’allenatore. Normalmente si dice che gli allenatori incidano poco, qui l’esperienza della società e le capacità dell’allenatore hanno fatto la differenza rispetto all’altr’anno, per quanto già l’altr’anno fosse un’esperienza straordinaria di una piccola società, piccola ma con grande peso specifico.


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