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  • Sienamania:| L'importanza di chiamarsi Serse Cosmi

    Sienamania:| L'importanza di chiamarsi Serse Cosmi

    Provare a capire adesso cosa sia successo alla squadra che era riuscita a fare quattro risultati utili consecutivi (cinque compresa la Coppa Italia) è difficilissimo, se non impossibile. I primi dieci minuti di domenica avevano illuso tutti che il ko con la Roma e l'atteggiamento sciagurato della ripresa fossero stati solo un singolo episodio, comprensibile, all'interno di un processo di crescita difficile ma continuo. Lo stop con i siciliani invece fa tornare in mente tutti i dubbi su questa squadra. Gli stessi dubbi che erano venuti a tutti dopo il naufragio di Is Arenas. Il Catania visto al 'Franchi' è sembrata una squadra di spessore, coraggio e qualità. Ma se non aveva mai vinto in trasferta un motivo ci sarà pur stato. 

    Non è servito neanche andare in vantaggio con il primo gol stagionale di Rosina, forse l'unica nota positiva del nefasto pomeriggio. Un secondo tempo letteralmente non giocato, come per stessa ammissione di un onesto Cosmi, è la causa della sconfitta: a dire il vero nella prima frazione il Siena non era certo sembrato in giornata di grazia, ma non pareva nemmeno in sofferenza come quello che si è visto nei restanti 45 minuti. Problema più mentale che fisico? Può darsi, anzi forse ci sarebbe da augurarselo visto che se una squadra crolla fisicamente dopo un tempo la situazione sarebbe davvero complessa. 

    Quello che spaventa, o forse terrorizza adesso è il calendario. Davvero troppo duro per essere affrontato dalla squadra vista due giorni fa. Le trasferte di Firenze e Milano, intervallate dall'arrivo a Siena di Cavani e compagni. Anche il più inguaribile ottimista dormirebbe sogni poco sereni in vista di questo trittico di partite, ovvero quelle che separano il Siena dalla fine del girone di andata. Poi sarà tempo di un primo e parziale bilancio e di mercato. Prima però occorre provare a fare qualche punto nelle prossime gare. Senza tabelle né calcoli, solo giocando ogni gara come fosse quella decisiva. 

    Solo così si può pensare, o meglio sperare, di uscire imbattuti dal 'Franchi' fiorentino o di fare male a Napoli e Milan. Qualcosa però nella testa dei bianconeri deve cambiare. Del resto i primi a sapere che così facendo questa squadra non va da nessuna parte sono gli stessi giocatori. Il passionale Serse Cosmi è quindi chiamato ad un lavoro piuttosto difficile: trasmettere il suo carattere ai suoi giocatori. Far capire cosa significhino grinta e cattiveria agonistica. Un compito complesso anche per uno come Serse; neanche nei momenti positivi questa squadra non ha mai dato l'impressione di giocare con il coltello tra i denti.

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