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  • Signorini: Sarri, Di Francesco e Pioli, il 'nuovo' che avanza

    Signorini: Sarri, Di Francesco e Pioli, il 'nuovo' che avanza

    C’è un vento di rinnovamento che soffia sul nostro campionato. La mancanza di soldi ed il rigore contabile, finalmente arrivato anche in Italia, hanno livellato la serie A rendendola meritocratica. Oggi in Italia vince chi ha saputo gestire nel migliore dei modi i pochi soldi di cui dispone. Il tempo delle gestioni semi casuali di aziende che movimentano milioni di euro è finito, ora una società di calcio funziona solo se gestita con la massima serietà ed attenzione. Berlusconi finalmente avrà capito (vedi il fiasco di Seedorf e il prossimo fiasco di Inzaghi) che non è grazie al suo intuito che gli allenatori da lui scelti, molti dei quali neofiti, hanno fatto bene; ciò, in realtà, è dipeso dal fatto che quegli allenatori disponevano di squadre di alto livello, piene di campioni che non necessitavano di grandi comandanti per navigare con efficienza.
    L’Italia è sempre stata la patria del sapersi arrangiare e questo farà sì che la nostra innata capacità di adattamento ci porti ad una rinascita che pulirà il calcio nostrano dei fronzoli superflui per arrivare ad una sana sostanza.
    In questo contesto è naturale che emergano i grandi allenatori. Una  nouvelle vague sta stravolgendo i valori consolidati del calcio italiano sovvertendo ogni pronostico. Vi sono allenatori che, pur non disponendo di campioni, riescono ad ottenere il massimo dal loro gruppo, valorizzando le capacità dei singoli. In particolare sono tre gli allenatori che stanno facendo cose egregie: Sarri, Di Francesco e Pioli.
    Sarri ha dimostrato di adattare il suo modulo alle squadre che incontra in modo da neutralizzarne le principali fonti di gioco; studia non solo gli aspetti tattici dell’avversario in maniera maniacale, ma anche i singoli giocatori che scenderanno in campo contro il suo Empoli. La sua squadra, piena di buoni giocatori ma priva di campioni, nelle ultime partite ha dominato formazioni blasonate come Inter e Roma piene di costose stelle del calcio ma con due allenatori presuntuosi e privi di sostanza.
    Quello che stupisce della squadra di Sarri è la competenza tattica, la capacità di concentrazione e la determinazione dei singoli giocatori che senza dubbio è stata trasfusa in loro dal tecnico. Sarri ottiene il massimo di quello che può dalla sua squadra, mentre i suoi avversari molte volte non arrivano alla metà di quello che potrebbero ottenere dai loro giocatori. A Roma Sarri ha fatto capire a tutti che è inutile comprare i campioni se non si ha un condottiero che li sfrutti al meglio trasformandoli in un gruppo.
    Di Francesco pratica un calcio moderno e dinamico; sembra aver realizzato il sogno di Zeman rendendolo concreto e solido. Infatti l’acume tattico del tecnico del Sassuolo sembra essere incomprensibile per i suoi avversari. Il Sassuolo è un po come un trasformista che non sai mai quale personaggio sta per interpretare. Anche lui non dispone di campioni, ma ottiene il massimo dai suoi buoni giocatori. La qualità del gioco della squadra di Di Francesco è tale che appare normale il fatto non debba lottare per la salvezza e che anzi aspiri all'Europa.
    Infine Pioli sono diversi anni che pratica un gioco molto sostanziale e che riesce ad ottenere buoni risultati. Quest’anno Pioli ha preso una buona squadra in una situazione societaria difficile, con un presidente contestato aspramente dai suoi tifosi, ed è riuscito ad essere la sorpresa del campionato. In particolare è riuscito a valorizzare giocatori sconosciuti come Cavanda e come Felipe Anderson che promette di essere uno dei protagonisti del mercato della prossima estate.
    Succederà di certo che molti giocatori di questi allenatori saranno venduti a peso d’oro e che alcuni si perderanno in assenza della guida dei loro tecnici.


    Tommaso Signorini, scrittore

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