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  • Simeone può lasciare l'Atletico: 'Ci penso'. Futuro tra PSG e Inter: il punto

    Simeone può lasciare l'Atletico: 'Ci penso'. Futuro tra PSG e Inter: il punto

    • Andrea Distaso
    Ha utilizzato un termine molto forte come fracaso (fallimento, disastro) per descrivere in maniera chiara quale fosse lo stato d'animo suo e dello spogliatoio dopo aver perso la seconda finale di Champions League della sua carriera da allenatore, ancora contro il Real Madrid e ancora in circostanze fortuite. Diego Simeone ha detto dell'altro, per la prima volta da quando guida l'Atletico ha ammesso che l'addio è un'ipotesi che sta valutando. Perchè, benchè il cerchio non sia ancora chiuso, dopo una stagione così logorante e conclusa senza tituli e con la seconda finale negli ultimi 3 anni si può tranquillamente parlare di ciclo concluso.

    I ragionamenti che sarebbero valsi in caso di vittoria e tripudio finale sono ancora più attuali dopo una delusione così atroce: "Se continuerò con l'Atletico o se questa è la fine di un percorso? E' una domanda logica dopo quanto è successo, devo pensarci. Arrivare due volte in finale di Champions in tre anni è un grande risultato, ma non sono soddisfatto di quello che si è portato a casa". Frasi a caldo, pronunciate in sala stampa, quando l'adrenalina non era ancora svanita del tutto e gli occhi gonfi di lacrime dei tifosi colchoneros e di molti suoi calciatori erano un ricordo ancora molto fresco. Chissà, si sarà trattato del classico sfogo per la beffa che il destino gli ha riservato due anni dopo l'altro ko di Lisbona, a pochi metri dalla linea del traguardo. Ma la partenza di Simeone, per quello che ha comunque fatto a Madrid da tecnico, per quello che ha ottenuto (una Liga, una Coppa del Re, una Supercoppa di Spagna, un'Europa League e una Supercoppa Europea) e per quello che ha richiesto ai giocatori in termini di energie fisiche e mentali, sarebbe anche un atto naturale e di onestà intellettuale.

    Più di così è difficile fare, anche se c'è da scommettere che l'Atletico riproverà a tornare in una finale di Champions League, stavolta per vincerla, perchè ormai appartiene a pieno titolo alle grandi del calcio europeo. Se il Cholo decidesse di dire basta, quali scenari si aprirebbero? Le principali panchine delle big continentali sono occupate e. Forse, soltanto il Paris Saint Germain (che lo ha già seguito in passato), scottato da un'altra annata al di sotto delle aspettative in Champions, ci farebbe un pensierino. Poi c'è quella che è molto più di suggestione, addirittura una convinzione del diretto interessato e di tanti addetti ai lavori: prima o dopo, Simeone sarà l'allenatore dell'Inter, dopo averci giocato da calciatore. Un legame forte con la piazza, che non si è dissolto nel tempo. E poi c'è Javier Zanetti, un vicepresidente argentino che per gli argentini (vedi Banega) suscita ancora un debole. Difficile però ipotizzare che questo avvenga subito, perchè Mancini è sotto contratto fino a giugno 2017 e, salvo scossoni magari dettati da strategie in tema di mercato non condivise, non sembrano esserci al momento segnali di distacco. Simeone e l'Inter, un legame quasi imposto anche dal destino e dallo strano gioco dei corsi e ricorsi storici: come Cuper (argentino anche lui), ha perso due finali di Champions, l'ultima delle quali a Milano e ai calci di rigore e per l'hombre vertical, dopo il ko col Bayern, arrivò proprio la panchina nerazzurra. Ovviamente sperando in una continuazione della storia un po' diversa, visto che nella stagione successiva Cuper e i suoi accarezzarono fino all'ultimo il sogno scudetto, prima di vederlo sfumare in quell'incredibile pomeriggio romano del 5 maggio 2002, caratterizzato (guarda un po') dal gol decisivo di Simeone, che però giocava con la Lazio e fece piangere migliaia di tifosi interisti.

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