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  • SOLO INTER, Zenga: 'Futuro all'Inter? Meglio il rispetto dei tifosi. Per il terzo posto Shaqiri e Podolski non bastano'

    SOLO INTER, Zenga: 'Futuro all'Inter? Meglio il rispetto dei tifosi. Per il terzo posto Shaqiri e Podolski non bastano'

    • Marco Gentile
    Walter Zenga è stato uno dei portieri più forti d'Italia e del Mondo. Ha legato la sua carriera all'Inter, dove ha vestito la maglia nerazzurra prima nelle giovanili e poi in prima squadra dove in 12 stagioni ha collezionato ben 473 vincendo un campionato italiano, una Supercoppa Italiana e due Coppe Uefa. Da allenatore il suo curriculum parla chiaro: tanta gavetta in giro per il mondo con il sogno, un giorno, di sedere sulla panchina della sua squadra del cuore. In esclusiva per Calciomercato.com e per la rubrica SOLO INTER, l'Uomo Ragno ha parlato dell'Inter di Mancini, di mercato, di Moratti, di Thohir e della sua vicinanza alla panchina nerazzurra prima che poi la società scegliesse il tecnico jesino:

    Zenga, torniamo alla metà di novembre: l'Inter la contatta per la panchina ma poi sceglie Mancini. Cos'è successo?
    "Non c'è più bisogno di tornare sull'argomento, fa parte del passato e quello che dovevo già dire l'ho già detto. Ora c'è un amico che allena l'Inter perchè io col Mancio ci ho giocato tante partite, e lo conosco da una vita. Sono contento per lui e continua a dimostrare di essere una persona che ha avuto sia un grande talento da giocatore che da allenatore...ma non da portiere perchè una pallonata così non l'avrebbe presa (ride;ndr)".

    La sua speranza di sedere sulla panchina dell'Inter resta viva?
    "No, non credo. Ci sono delle cose nella vita che succedono perchè devono succedere. Roberto ha un contratto lungo che prolungherà e quindi basta così. Quello di cui vado orgoglioso è avere tutt'ora il rispetto e la riconoscenza del popolo nerazzurro. Uno può allenare qualunque squadra ma quello che importa sono tante altre cose, il resto è solo è solo il contorno della vita".

    Parliamo dell'Inter di Mancini. le piace?
    "Non sta a me dire se piace o meno sta a lui rispondere a questa domanda. Da spettatore esterno è difficile dirlo. Sono cambiate un po' di cose con il suo arrivo, vediamo cosa succederà".

    Quali sono stati i problemi di Mazzarri all'Inter?
    "Il mondo dell'allenatore è complesso: non c'è una cosa che ha condannato Mazzarri, ma è stato un insieme di cose. Secondo il mio punto di vista lui non ha fatto male all'Inter, nell'ultimo periodo le cose non andavano per il verso giusto e si è deciso di cambiare. Io la vedo con l'occhio dell'allenatore che è diverso dal quello del tifoso".

    Shaqiri e Podolski possono bastare o serve anche altro per puntare al piazzamento Champions?
    "Dipende da cosa ci si aspetta. Quando arrivano nuovi giocatori si devono integrare nei nuovi meccanismi della squadra e non sempre è facile ed immediato. Non sempre si possono comprare ogni anno 10-12 giocatori e più cambi più devi amalgamare i nuovi al resto della squadra. Secondo me faranno ancora qualcosa, ma non lo so con certezza se e in quale reparto".

    L'Inter arriverà al terzo posto?
    "Il campionato è lungo e ci sono ancora tante partite e punti sul piatto. Vedremo come si svilupperà il cammino dell'Inter anche in Europa League e Coppa Italia. Ci sono variabili, mai controllabili, che sono le squalifiche e gli infortuni. Uno deve lavorare per raggiungere gli obiettivi e poi si vedrà se si saranno raggiunti".

    Cosa ne pensa dell'operato di Thohir?
    "Non è un mio problema sul suo operato, non sono io che devo dire se sta facendo bene o male. Io da Dubai, lontanissimo dall'Italia, non sapendo le strategie della società non posso dire se uno sbaglia a fare determinate cose. Il discorso di Thohir è semplice: ha preso una società, ha investito e sta facendo le sue correzioni in corsa. Lui ha la sua strategia e il suo modo di operare. Le vittorie si conquistano centimetro per volta, quindi lasciamolo lavorare".

    E' rimasto stupito dell'addio all'Inter di Moratti?
    "No, sono cose che fanno parte della vita. Prima o poi è un ciclo che passa per tutti. Poi Moratti non è fuori perchè ha la sua percentuale all'Inter e conta alla stessa maniera di prima".

    Vede qualche giovane portiere italiano che in prospettiva futura diventerà un numero uno?
    "Ci sono tante squadre che si stanno affidando ai giovani portieri come Genoa, Atalanta, Cesena e prima anche Chievo e Cagliari con Bardi e Cragno che ora sono un po' in difficoltà ma sono due bravi portieri. Bizzarri che ora ha rubato il posto a Bardi l'ho lanciato io a Catania... Comunque ci sono tanti portieri giovani e promettenti, senza dimenticare Scuffet che quest'anno è stato messo da parte in maniera strana. Ripeto Cragno, Bardi, Leali, Perin  e Sportiello stanno facendo bene, la scuola dei portieri italiani ha sempre avuto successo".

    Un giudizio su Handanovic?
    "E' un portiere di grande rendimento che ha fatto sempre bene. Che altro dire, sta bene lì dov'è".

    L'anno prossimo sarà un Inter che lotterà per lo Scudetto come ha detto Mancini qualche giorno fa?
    "Ripeto, il Mancio lo conosco bene e ci ho giocato una vita con lui, so solo una cosa: se lo contraddici poi inizia a rompere le palle (ride; ndr). Ha ragione lui e non mi ci metto nemmeno a discutere. Ha tutto il mio sostengno e se lui dice così gli rispondo che sono completamente d'accordo con lui (ride; ndr).

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