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  • Sondaggio cm.com: scudetto Juve. Ma la Roma scavalca Milan, Inter e Napoli
Sondaggio cm.com: scudetto Juve. Ma la Roma scavalca Milan, Inter e Napoli

Sondaggio cm.com: scudetto Juve. Ma la Roma scavalca Milan, Inter e Napoli

Chi vincerà lo scudetto 2012-2013? I lettori di calciomercato.com hanno pochi dubbi, come dimostrano i risultati del sondaggio che ha riscosso una massiccia risposta popolare: Juve 35%, Roma 18%, Milan 12%, Inter 11%, Napoli 11%, Udinese 2%, un'altra squadra 9%.

La caccia ai Campioni d'Italia è ripartita in grande stile e i primi 180 minuti di gioco hanno emesso verdetti dal valore naturalmente relativo, ma il cui significato non può sfuggire.

Soprattutto se, a certificarlo, è la qualità del gioco espressa da alcune delle pretendenti al titolo e la presenza, finalmente, di una rappresentanza sempre più folta della nostra meglio gioventù.

Dai e dai, dopo avere buttato dalla finestra centinaia di milioni di euro per strapagare alcuni campioni e troppi bidoni, molti club, a cominciare dai più forti, riscoprono la via autarchica al risanamento dei bilanci coniugabile alla valorizzazione dei ragazzi cresciuti nei vivai.   

Prandelli dixit: "Due anni fa, quando ho seguito la finale di Supercoppa per la prima volta in qualità di ct, gli italiani in campo erano due. Due anni dopo, sono saliti a tredici. Il primo settembre, a Bologna, il Milan ha schierato dieci italiani su undici e questo non può che farmi un gran piacere".

Ancora: nella stagione 2011-2012, gli italiani Under 23 titolari nei rispettivi club erano 5, oggi sono saliti a 13.

Chi l'ha detto che il calcio italiano non sopravviverà alle cessioni di Ibrahimovic, Lavezzi e Thiago Silva o al mancato arrivo di Van Persie, Tevez, Dzeko, Suarez, Higuain, Lucas, Javi Martinez, Witsel, Berbatov? L'austerità farà di sicuro bene al calcio dei presidenti spendaccioni, mangiallenatori e inpaci di pensare ad altro che non sia la spartizione die diritti tv.

Il Fattore Zeman ha già intaccato antichi e consolidati equilibri. Non solo e non soltanto per l'eclatante vittoria ottenuta a San Siro sull'Inter, ma per lo spirito e la filosofia. Per capire il vento nuovo che spira dalla Capitale, bisogna dare i numeri: aSan Siro sono state registrate 123 verticalizzazioni romaniste contro le 112 nerazzurre; 5 passaggi filtranti degli zemaniani contro l'unico rivale; 99 palloni toccati da Totti, di cui 55 passaggi positivi, 7 fioltranti, 4 di sponda ai compagni.  

Le pubbliche attestazioni di stima dei tifosi rivali (striscione interista al Meazza: "Onoe a Zeman, icona del calcio pulito"); gli elogi di Prandelli; la rigenerazione di Totti che, all'alba dei 36 anni, dimostra di essere un campione infinito; la ribalta sulla quale sono saliti giovane di valore del calibro di Florenzi. Diversi sono i fattori che concorrono a candidare la Roma quale anti-Juve. Anche perchè, presto capiremo quanto incideranno le coppe europee sulle fatiche di bianconeri, Milan, Inter, Napoli, Lazio e Udinese. E la Roma, suo malgrado, non avrà questi impegni.

Ma la Juve non vede l'ora di tornare in Champions League. La strepitosa gestione Conte ha fruttato 40 partite consecutive di campionato senza sconfitte, la squadra è stata rafforzata con  Asamoah e Giovinco, in attesa che Isla recuperi il cento per cento della condizione e Marrone difensore centrale è un'idea degna di lode.

Se Agnelli e Marotta avessero confermato Del Piero per un altro anno, avrebbero fatto la cosa migliore, ma il Capitano evidentemente dava troppo fastidio ed era un totem troppo ingombrante. Peccato. Stendiamo un velo pietoso sull'affannosa, inutile, infelice ricerca del grande attaccante straniero che ci rifutiamo di chiamare com'è stato chiamato da Marotta con il termine inglese che gli ha pure portato jella. 

Bendtner, ex riserva dell'Arsenal e attualmente riserva di Matri, conta la media di 1 gol segnato ogni 4 partite giocate Oltremanica fra Gunners, Birmingham e Sunderland.  Meglio, molto meglio puntare su Immobile. Tant'è.

Tutti devono fare i conti con la Juve nell'anno in cui Inter e Milan, battendo strade diverse, si sono imposte di fare la rivoluzione. Stramaccioni ha il diritto di sbagliare, come ha sbagliato contro l'antico maestro boemo: perchè ha 36 anni e soltanto 11 partite in A sulle spalle; perchè gli errori insegnano a crescere; perchè sa di calcio e ha bisogno di tempo per creare il giusto mix fra veterani e giovani di talento. La fragilità difensiva (7 gol incassati a San Siro nelle prime tre gare ufficiali fra Europa League e campionato) e il vice Milito sono i problemi più urgenti da risolvere. Ma Stramaccioni farà strada.

Allegri, invece, ne ha già fatta di strada avendo vinto scudetto e Supercoppa al primo anno in rossonero ed essendo arrivato secondo nella stagione successiva. Poi Berlusconi e Galliani, fra metà maggio e metà luglio gliene hanno fatto di tutti i colori e, soprattutto, ne hanno fatte ai tifosi, presi per il naso con le dichiarazioni di incedibilità di Ibrahimovic e Thiago Silva, Kakà un amore che ritorna e le altre panzane.

 Il nuovo Milan è un cantiere aperto, ricco di speranza e di gioventù, rafforzato in extremis da Pazzini, Bojan e De Jong: merita rispetto, pazienza e fiducia. E Alegri merita di lavorare in pace senza che, ogni due per tre, Galliani dica a destra e a sinistra che la squadra è da scudetto.

Lo è già, invece, il Napoli di Mazzarri, a punteggio pieno nonostante il campo di patate cui è stato ridotto il San Paolo, capace di blindare Cavani sino al 2017, vendere Lavezzi al Psg per 30 milioni (il colpo dell'anno) e riportare alla base quel fenomeno in erba che risponde al nome di Insigne. Un fatto è assodato: quest'anno ci divertiremo. E occhio alla Lazio mina vagante: Petkovic ha cominciato benissimo. E ci ha preso subito gusto.

Xavier Jacobelli

Direttore Editoriale www.calciomercato.com

 

 

 

 

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