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  • Sos Balotelli: Mario, ora basta. Milan, Inter e Juve sulle spine, Prandelli tradito

    Sos Balotelli: Mario, ora basta. Milan, Inter e Juve sulle spine, Prandelli tradito

    Il suo compagno di squadra Nigel De Jong ne è convinto: "Se Mancini non fosse il suo allenatore, Balotelli sarebbe già un giocatore perduto".

    Certo, uno potrebbe obiettare da che pulpito viene la predica, considerati i precedenti del ventisettenne centrocampista olandese che ha mandato all'ospedale il francese Ben Arfa e l'americano Stuart Holden;  al mondiale sudafricano ha abbattuto Xabi Alonso e ha lasciato il segno dei suoi tacchetti sulle gambre di diversi avversari.

    Ma, se persino un duro del calibro di De Jong avverte che la misura è colma, questo non è un bel segnale per Mario il quale, in questo inizio 2012, di super ha soltanto l'ostinazione con la quale si ostina ad autodistruggere lo straordinario talento che gli dei del calcio gli hanno donato.

     

    Ciò che ha combinato contro l'Arsenal è stato indecente. Doveva essere espulso subito, dopo avere rischiato di spaccare una gamba a Song, è stato cacciato solo al novantesimo per dopia ammonizione avendo sciorinato un campionario di falli e scorrettezze talmente gratuiti da mandare comoprensibilmente in bestia Roberto Mancini.

    In gennaio Balotelli aveva beccato 4 giornate di squalifica, ora gli arriverà addosso un'altra mazzata, com'è giusto che sia.

    Il suo allenatore ha annunciato che non giocherà più sino a fine stagione, quando verrà ceduto. Il suo agente, Mino Raiola, uno capace di vendere frigoriferi agli eschimesi, ha cercato di buttare acqua sul fuoco, ma è il primo a rendersi conto che Mario abbia superato il punto di non ritorno.

    Inter, MIlan, Juve e Prandelli sono sulle spine. I tre club stanno già combattendo una guerra senza esclusione di colpi per riportare in Italia l'ex nerazzurro, ma si domandano se ne valga la pena, di fronte all'ennesima settimana turbolenta del giocatore (prima le confessioni sulla escort; poi l'incidente stradale causato da un automobilista indisciplinato, quindi il disastro di Pasqua all'Emirates Stadium).

    Il ct risulta essere molto arrabbiato, quasi quanto Mancini. Prandelli si sente tradito. Sin dal 1° luglio 2010, quando si è insediato sulla panchina della Nazionale, ha indicato in Balotelli uno dei simboli della nuova Italia; gli ha concesso fiducia, sembrava averlo  convinto che lui e soltanto lui può dilapidare l'enorme fortuna di essere a soli 21 anni, uno dei più grandi talenti del calcio mondiale. Ma adesso, l'allenatore della Nazionale s'interroga se non sia un  rischio imperdonabile andare agli Europei con un attaccante che non sai mai quando e come riesca a concludere la partita senza farsi espellere.

    Sos Balotelli: chiunque riesca a farsi ascoltare da lui, gli faccia capire che o la pianta o il calcio pianterà in asso lui.

     

     

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

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