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  • Con Spalletti è rimasta solo la squadra

    Con Spalletti è rimasta solo la squadra

    • Francesca Schito
    Il campo e i suoi calciatori. A Luciano Spalletti non resta altro. Il tecnico della Roma è pronto ad andare in battaglia con i suoi uomini, quelli che non intendono abbandonarlo nel momento più difficile della sua gestione.giallorossi si giocheranno tutto, o quasi, contro il Lione: mancare la qualificazione ai quarti di finale di Europa League sarebbe un fallimento in piena regola per chi, ormai da quasi un anno, ha un solo mantra da ribadire in conferenza stampa. La Roma deve vincere. Spalletti vuole farlo, non farcela lo porterebbe alla naturale conclusione del contratto e all'addio, come molto spesso ha ribadito. L'altro jolly rimasto nel mazzo giallorosso è quello della rimonta con la Lazio in Coppa Italia, mentre la corsa scudetto sembra sempre più complessa.

    LE FRASI DI PALLOTTA - Dopo aver incassato complimenti dalla proprietà per mesi, il tecnico di Certaldo si è sentito messo in discussione per la prima volta anche da James Pallotta. "Col Napoli potevamo fare meglio, con il Lione abbiamo finito la benzina. Contro il Lione, ho visto Strootman non tornare in difesa a 5 minuti dalla fine. Non per attitudine, lui è un guerriero, e poi hanno fatto il 4-2 con un missile. Molti hanno giocato tanto, Fazio nelle ultime tre partite ha avuto un momento difficile. Negli ultimi due anni non ha giocato molto, penso sia stanco. Nel caso del Napoli prima della partita non avevo buone sensazioni per la formazione. Abbiamo inserito Salah a 35' dalla fine, con lui abbiamo creato tante occasioni e preso due pali. Ha aperto la partita, magari poteva essere messo prima o dall’inizio. Penso che lo abbia ammesso anche Luciano", aveva tuonato il patron ai microfoni di una web radio statunitense. A poco è servita la rettifica successiva in diretta su Roma Radio: "Sono state estrapolate le mie parole, come succede con Trump. Sono stanco di queste fandonie. Non mi permetterei di criticare Spalletti apertamente, è sciocco pensarlo, in caso lo farei in privato".

    LA REAZIONE DEL TECNICO - Spalletti ha fatto buon viso a cattivo gioco, accettando gli appunti di Pallotta. "Voleva motivare i giocatori, difenderli da quello che stiamo attraversando, magari mettendo in discussione il mio operato ma non fa una piega, quello che succede è responsabilità mia. Se continueremo a perdere, ho fiducia nella reazione dei giocatori, nello spogliatoio si dicono delle cose e si cerca di dire la verità, ma è importante come mi guardano e lo fanno nella maniera giusta. Oggi c'è già abbastanza carne al fuoco, Pallotta ha a cuore i giocatori, quello che dice di me non conta, io vado dritto per la mia strada, nessun problema". Una conferenza stampa cruciale, quella che l'allenatore ha affrontato prima del bel successo di Palermo. Spalletti ha difeso i suoi calciatori, rivendicando la bontà della condizione fisica dei singoli, da Fazio - poi effettivamente schierato titolare - a Strootman, in campo solo nei 20' finali. Il turnover c'è stato e le seconde linee hanno risposto positivamente, ma il nucleo forte dello spogliatoio pare abbia gradito il volto pubblico mostrato da Spalletti. Con il Lione, in attesa di sciogliere il dubbio sulle condizioni di Bruno Peres, il tecnico si giocherà tutto con i "suoi" uomini. Da Rüdiger a Fazio, da Nainggolan a Strootman, da De Rossi a Dzeko. Il modo migliore per affrontare la solitudine. In attesa di decidere se a fine anno prenderà il treno per Torino.

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