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Stadio Roma, viaggio a Tor di Valle: l'area da tutelare tra rifiuti e amianto

Stadio Roma, viaggio a Tor di Valle: l'area da tutelare tra rifiuti e amianto

  • Francesca Schito
Tor di Valle apre le porte alla stampa. E quello che ne emerge è una fotografia inquietante. I proponenti del progetto del nuovo stadio della Roma hanno organizzato un vero e proprio tour all'interno dell'area che dovrebbe ospitare il futuro impianto giallorosso, all'interno della quale è presente l'ormai ex ippodromo di Tor di Valle. La soprintendente Margherita Eichberg ha firmato in questi giorni l'avvio del cosiddetto "procedimento di dichiarazione di interesse culturale" per la struttura dell'ippodromo. Un procedimento che di fatto bloccherebbe i piani della società giallorossa, poiché nel documento redatto dalla soprintendente si parla di Tor di Valle come di un "esempio rilevante di architettura contemporanea. In caso di nuovi edifici, non dovranno essere superati l'altezza e la densità attuali. La struttura è tutt'ora fruibile, anche per le visuali che da essa si godono, non solo della pista, ma anche del contesto urbano circostante. La tribuna costituisce un unicum dal punto di vista dimensionale".





ALLA SCOPERTA DELL'UNICUM
- L'ippodromo è chiuso dalla metà del 2013 e il tour svolto in mattinata ha dell'inquietante. Nella prima parte del giro si trovano le rimesse e il sellaio, che dovrebbero ospitare la nuova Trigoria nel progetto presentato dalla Roma. Quando si arriva all'altezza della ormai celebre tribuna, si rimane colpiti. Una struttura a dir poco fatiscente, totalmente abbandonata. "Nel 2003 la legge ha stabilito che Roma è zona sismica e in quanto tale deve rispettare le norme - racconta l'ing. Remo Calzona, che all'interno del progetto del nuovo stadio ha curato l'aspetto del ponte sul Tevere che dovrà essere costruito come parte delle infrastrutture -. Tutte le costruzioni vanno verificate rispetto alle norme sismiche, quando arriva un sisma bisogna verificare se la struttura è capace di sopportarlo senza crollare. Parliamo di una struttura degli anni '50, che non teneva conto dei sismi. Negli anni, molte strutture sono state consolidate con degli interventi. Se si verifica un sisma, questa costruzione non resta in piedi".

Ancora più duro Roberto Della Seta, architetto, ex presidente di Lega Ambiente e fondatore di Green Italia: "Questo progetto non è un ecomostro perché per la prima volta un intervento di queste dimensioni non avverrebbe slabbrando ulteriormente Roma fuori dal raccordo anulare. Sarebbe un progetto di rigenerazione di un pezzo di città che già esiste. Lo stadio insieme a quello inaugurato a Bilbao sarebbe il primo stadio europeo certificato leed, che è il marchio che in tutto il mondo consente di riconoscere ed identificare gli edifici realizzati secondo criteri di eccellenza ecologica per quanto riguarda il risparmio energetico, la produzione di energie rinnovabili, l’uso dei materiali e il collegamento con il trasporto pubblico. Non avrebbe una copertura di cemento armato ma una di pannelli fotovoltaici per produrre energia pulita. Quanto al vincolo della Sopritendenza, credo che sia una richiesta discutibile: questo ex ippodromo può piacere oppure no, ma certamente il suo valore architettonico è essenzialmente nella sua funzione di ippodromo stesso. Questa struttura non tornerà mai ad ospitare gare di trotto, anche se lo stadio non si dovesse fare. Perché le tribune sono inagibili, perché la copertura in cemento armato dopo una verifica risulterebbe pericolante, perché nelle scuderie è stato utilizzato per le coperture amianto. Si sta chiedendo di tutelare un rudere, che non è il Colosseo ma è un oggetto realizzato 57 anni fa. Non si tratta di archeologia".

Nei dintorni dell'ippodromo, l'aria non è delle migliori. La zona è infatti totalmente ricoperta di rifiuti, utilizzata come una discarica abusiva dai cittadini. Un degrado testimoniato da un video che proprio la Roma ha deciso di girare con l'aiuto di alcune riprese effettuate da un drone. 

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