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  • Strootman: 'Squalifica ingiusta, bravi a toglierla. Il Milan non è da Champions. Io alla Juve? Quasi impossibile'

    Strootman: 'Squalifica ingiusta, bravi a toglierla. Il Milan non è da Champions. Io alla Juve? Quasi impossibile'

    Al centro delle polemiche post derby di Roma e in quelle che stanno accompagnando il club giallorosso verso le fondamentali sfide contro Milan e Juventus, il centrocampista della Roma, Kevin Strootman, ha commentato alla Gazzetta dello Sport, il momento del club giallorosso, tornando sulla squalifica di due giornate, poi revocata, inflittagli dal giudice sportivo e sulla corsa ad un piazzamento Champions League.

    CONCENTRATO - "Io sono sempre concentrato. In tutte le mie foto quando gioco: non ne esiste una in cui rido. Penso sempre a vincere. Nello spogliatoio mi chiedono: “Ma sei sempre arrabbiato?” E io invece magari sono tranquillo".


    SULLA SQUALIFICA - "Giustizia fatta con l'annullamento? Certo. Quando mi era arrivata la notizia sono rimasto sorpreso. Pensi che stavo dormendo e a un certo punto è arrivato il messaggio sulla nostra chat di squadra, con tutti che commentavano: “È incredibile”. Detto questo, non dovevo buttare l’acqua a Cataldi. È stata una cosa non sportiva. Certo, lui faceva delle cose, ma è comunque colpa mia. Però non sarebbe stato giusto squalificarmi per simulazione. Caduta sospetta? Non voglio parlare di questo. Dico solo che ho sbagliato a tirare l’acqua e chiedo scusa".

    SU INCAGHI E IL CASO RUDIGER - "Inzaghi mi ha criticato? Lui ha i suoi motivi, ma siamo noi ad aver vinto il derby. Rudiger? Dopo aver sentito quelle parole (dette da Lulic a Premium Sport) Toni non era triste, solo sorpreso. Se Lulic pensa davvero quelle cose mi dispiace per lui. Se due anni fa Rüdiger vendeva calzini e ora gioca così nella Roma, vincendo anche il derby in questo modo, vuol dire che ha lavorato bene".

    IL MILAN DEGLI OLANDESI - "Il Milan degli olandesi? Sì, Gullit, Rijkaard, Van Basten. Insieme a Seedorf hanno cambiato la storia del calcio italiano. È la generazione delle stelle dopo quella di Cruijff e Neeskens. Li ho potuti vedere solo in video, ma erano formidabili. Le polemiche sul mio utilizzo? Forse è stata colpa mia, voglio giocare sempre. Dovevo dar retta al mio corpo. Avessi saputo che mi sarei fermato, non avrei giocato".

    MILAN  - "Chi temo del Milan? Direi Suso e Bonaventura, Bacca se gioca. Anche Locatelli che è molto cresciuto rispetto all’anno scorso. Però loro sono forti come squadra e lo dimostra il fatto che riescono a vincere anche se non giocano bene. Dobbiamo stare attenti, abbiamo un’occasione importante: senza i tre punti, la vittoria nel derby sarebbe inutile. Podio Champions? In A dico Roma, Juve e Napoli".


    OLANDA IN DIFFICOLTA' - "I nostri non giocano più nei grandi club come una volta. Ci manca la generazione di mezzo tra i giovani bravi e i senatori Robben e Sneijder. Ma le cose stanno migliorando, e finalmente abbiamo capito che conta è il successo. Mi ricordo lo scandalo quando Van Gaal usò la difesa a 5 perché non era in linea con la tradizione dell’Olanda che voleva solo attaccare. Ma va bene difendersi anche in 6 o 7 pur di vincere. Italia e Germania ce lo hanno fatto capire. Anzi, anche voi tornerete presto in alto».


    MAI ALLA JUVE? QUASI - "Chi toglierei alla Juve? Tutti i 23 giocatori. Ne hanno due per ruolo fortissimi. Da quando sono in Italia restano il punto di riferimento. Se pensiamo che hanno comprato anche Pjanic e Higuain. Io mai alla Juve? Quando me lo chiesero, ero appena rientrato e avrei detto no a tutto, ma di sicuro confermo che sarebbe quasi impossibile. Quando ero piccolo pensavo che mi sarebbe piaciuto giocare in Premier per l’ambiente, gli stadi pieni. Comunque, non puoi sapere cosa succede nel futuro, l’ho scoperto sulla mia pelle. Ma qui mi trovo bene e vorrei vincere qualcosa.

    IL CLIMA ALLO STADIUM - "A Torino nel 2014 arrivarono anche sputi in panchina. Sembrava una guerra. Comunque, se non mettono le mani addosso e non sputano, so che anche questo è calcio. Garcia suonò il violino in qulla gara. Se fu giusto? Meglio che non risponda, non posso prendere un’altra squalifica...".

    SUL RINNOVO - "Stiamo lavorando e io sono ottimista. Nel 2013 Garcia e Sabatini mi hanno convinto a venire perché c’era da ricostruire. L’abbiamo fatto: manca l’ultimo gradino".

    SPALLETTI RIMANE - "Differenza fra Spalletti e Garcia? Non molte. Spalletti forse è più attento alla difesa e ruota più i giocatori, mentre Garcia faceva giocare spesso gli stessi. In partita, poi Spalletti è più agitato, mentre Garcia parla di più con gli arbitri. Se rimarrà? Da come lavora sul campo, non c’è dubbio".

    NON SONO ANCORA AL TOP - "Se rivedo le mie partite so che devo migliorare ancora. D’altronde, da quando avevo 4 anni ho giocato ogni giorno fino a tre anni fa. Poi mi sono fermato. L’anno scorso pensavo di essermi ritrovato, invece ne giocavo una bene e una no. Poi mi dissero: “Devi fare un terzo intervento, altrimenti non è finita. E non è nemmeno sicuro che tornerai quello di prima”. Ecco, in quel momento ho avuto paura, sapevo di rischiare aprendo il ginocchio per la terza volta, ma il professor Mariani ha fatto un gran lavoro. Quasi ogni giorno ho il rimpianto di non essermi fatto operare subito da lui".


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