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  • Su e giù sulla fascia:| Ecco Manuel Pasqual

    Su e giù sulla fascia:| Ecco Manuel Pasqual

     

    Sette anni di “anda” e “rianda” su quella benedetta fascia. Manuel Pasqual ha attraversato di corsa molte “Fiorentine”. Giovani, belle, importanti, insipide, tragicomiche, sbiadite, ubriache e poi di nuovo brillanti come brillante è il nuovo corso dei Montella boys. E lui che continuava ad andare su e giù, da un’area a un’altra, dal campo alla panchina, e dalla panchina alla tribuna e dalla tribuna alla fascia di capitano e a una nuova vita che è cominciata a trent’anni spaccati.
    Mitico Manuel, leader della sinistra senza bisogno di primarie. Eroe di Genova, con un pallonetto raffinato di quelli che i tifosi fanno “ohohoh” e Frey è ancora lì che non ci crede. Una bella storia, quella del terzino della porta accanto, che in sette anni è sempre lui: gentile, educato, professionista fino al midollo e col taglio di capelli che è sempre lo stesso, tanto che dici: ma cosa è cambiato dal 2005 ad oggi? Beh, per quante ne ha viste, il ragazzo del nord-est di sicuro dentro è cresciuto parecchio. Un saltone dall’Arezzo alla Serie A con tutti che si sperticavano in complimenti. Manuel super, con quei cross tagliati che il giovane Toni sbatteva dentro di forza. Che bella Fiorentina, prima dell’ombra, che il ragazzo si fa scivolare addosso sotto il peso di una strana involuzione. Da giovane stella a tipo poco utile alla causa, con quel pallone che sembra un macigno che se lo crossi non si alza mai nemmeno un po’. E lui? Beh, rodere gli rode e soffrire soffre anche un bel po’. Ma poco cambia della sua vita che non è certo quella di chi gioca a fare la star. La mattina fa la spesa dal fornaio di via Ghibellina, chiacchiera di Fiorentina e regala la maglia che viene appesa e incorniciata sopra le pizze e le schiacciate. Quando cambia casa, restando in centro e spostandosi in Oltrarno, poco più in là, lo incroci al bancone della Conad che ordina qualcosa col sorriso amichevole sempre addosso.
     
    Forse è la sua serietà ad aver colpito i dirigenti della Fiorentina, che l’anno scorso, alla vigilia della rivoluzione globale dello spogliatoio, hanno rinnovato il contratto solo a lui e a Jovetic. Per Pasqual non solo un accordo nuovo con scadenza 2014 e l’upgrade a capitano, ma anche una non dichiarata ma abbastanza automatica promessa di matrimonio oltre la carriera in campo. Tanto che il ragazzo, simbolo di sobrietà e concretezza verbale, sempre più spesso diventa il portavoce della Fiorentina negli eventi ufficiali e non.
    E non è un caso se i nuovi arrivati (tantissimi) abbiano avuto lui come punto di riferimento per capire come funziona il tutto: dalla società, a Firenze. «E’ stato Pasqual ad aiutarmi a trovare casa», dice Borja Valero. Ma ora che non solo è andato in gol ma ha anche permesso alla Fiorentina di vincere la prima partita in trasferta della stagione, Manuel Pasqual, valorizzato (come Cuadrado) dagli schemi del tecnico e dai sincronismi quasi perfetti della squadra, può anche permettersi di mostrare il suo segreto più recente, cioè quella fascia indossata sullo sgangherato campo di Marassi. «E’ quella di Steven Gerrard, avevo chiesto ad Aquilani se me la faceva avere e lui me l’ha portata, con l’autografo del capitano del Liverpool». E così l’esterno sinistro della porta accanto si prende le sue rivincite: dopo i tormenti la luce, la fascia made in England, e una Fiorentina vera. Applausi per Manuel, il terzino che visse due volte.
     

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