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  • Suning, ecco le 5 domande dei tifosi dell'Inter: adesso rispondi
Suning, ecco le 5 domande dei tifosi dell'Inter: adesso rispondi

Suning, ecco le 5 domande dei tifosi dell'Inter: adesso rispondi

  • Pasquale Guarro
All’Inter c’è confusione, lo si è capito molto bene a Riscone di Brunico, ma anche prima i segnali non erano stati incoraggianti. Un nuovo gruppo si è appena insediato, quello “vecchio” è rimasto a bordo, ma con poteri ridotti e scarsa operatività: con Mancini e Icardi sulla graticola e con un’aria di bufera, Bolingbroke trascorreva le proprie vacanze, mentre Thohir ha fatto perdere le tracce. Il tanto criticato Fassone, allontanato proprio per volere di Bolingbroke, lo scorso anno ha presenziato più e più volte a Riscone di Brunico, mettendoci la faccia, rispondendo alle domande - spesso ficcanti - dei giornalisti. Insomma, l’Inter ha bisogno di risposte, di punti di riferimento, ma oggi non se ne trovano, tanto che la stessa Wanda Nara ha dovuto mettersi in contatto con Massimo Moratti per capire qualcosa in più. La confusione societaria sconfina anche sul mercato, dove non è più Ausilio, insieme a Mancini, a scegliere e dettare una via da seguire. Il caso Joao Mario ne è la dimostrazione: l’operazione, poi fallita nelle ultime ore, è stata condotta per intero da Suning ed intermediari di fiducia, che hanno aggirato totalmente l’attuale ds nerazzurro. 

La confusione monta sia in Roberto Mancini (“Non so a chi rivolgermi per il mercato”) che nei tifosi. A Riscone di Brunico l’entusiasmo era sotto i piedi, con i ristoratori e gli albergatori a chiedersi dove fosse finita la gente dello scorso anno, che aveva fatto registrare circa il doppio delle presenze. Gli interisti si pongono domande, Suning - al momento - non risponde. Ma quali sono gli interrogativi che preoccupano maggiormente la tifoseria? Proviamo ad elencarli

1) Ancora Thohir e Bolingbroke?

Il destino va chiaramente in quella direzione, con l’intero gruppo Thohir pronto ad uscire definitivamente dai giochi in breve tempo. La società di Corso Vittorio Emanuele non sembra essere più la prima preoccupazione, né dell’indonesiano né dell’amministratore delegato che, notizia di qualche mese fa, sembra aver trovato anche altri interessi lavorativi fuori dai confini italiani. É giusto insistere sulla loro presenza ed affidare nelle loro mani la gestione di un club così particolare come l’Inter? Le ultime due settimane ci hanno fornito solo dubbi a riguardo, perché l’Inter appare priva di ogni figura di riferimento. 

2) Dov’è Suning?

In questo momento sembra indispensabile che qualche pezzo grosso della nuova società si trasferisca in Italia per tastare con mano quanto accade ad Appiano Gentile. Qualche cinese, a dirla tutta, si aggira già per le stanze della sede di corso Vittorio Emanuele, ma in completa anarchia, evitando contatti con chiunque. 

3) Chi ci mette la faccia quando le cose non vanno bene?

Manca una figura di riferimento, e quindi con pieni poteri, che vada davanti alle telecamere a spiegare la linea del club quando le cose, come in questo momento, non vanno bene. Né Zanetti né Ausilio (non è il loro campo) possono svolgere questo ruolo, idem Bolingbroke, che si esprime ancora in inglese dopo due anni trascorsi sul territorio. Tanto che è stato scelto Gardini affinché potesse ricoprire compiti istituzionali in Lega, ma neanche l’ex Verona è uomo che si presta a lunghe chiacchierate davanti alle telecamere, anzi. 

4) Chi fa il mercato?

Avere uomini chiave nei reparti chiave è sempre stata la forza delle grandi società. All’Inter, oggi, non si sa neanche chi fa il mercato. Ausilio non ha pieni poteri, il gruppo Suning è abituato, tra le altre cose, a portare avanti operazioni senza preoccuparsi di interpellare nessuno, ma solo con l’aiuto degli intermediari di propria fiducia, che talvolta gonfiano anche i prezzi. Perché Joao Mario è forte, ma vi pare che valga 45 milioni?

5) Come si può cominciare una stagione con Mancini in bilico?

Il tecnico jesino chiede, Suning nega. Una stretta di mano è bastata alla nuova proprietà, non al tecnico jesino, che da allora non ha più visto né sentito nessuno. Mancini non è contento della situazione, la società neanche, ma nel frattempo c’è attendismo da entrambe le parti: cosa si aspetti non si sa. Iniziare la nuova stagione con questi presupposti sembra la cosa peggiore da fare, eppure al momento è la più probabile.

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