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  • Théréau indica la strada:|'Chievo, allons'

    Théréau indica la strada:|'Chievo, allons'

    Strofe scritte dal destino: allons enfants, le jour de gloire est arrivee. Cyril Théréau sente suonare la Marsigliese. Inno del cuore, melodia dolce per il suo futuro. Che sia davvero arrivato il momento di gloria per Cirillo? Lui ci spera. E non ha perso ancora la speranza di vestire la maglia della nazionale francese. Sogni reali da quando ha iniziato a muovere i suoi passi nel calcio italiano con il Chievo. Lo cerca la Fiorentina. Ma lui non si muove. Pare che qualcosa si sia mosso anche in Francia. E questo, allora, potrebbe risultare essere l'anno della definitiva consacrazione. Per venire selezionato, però, dall'Equipe de France, Théréau dovrà fare grandi cose. Prestazioni di alta qualità. Reti pesanti, assist al bacio. Il Chievo è il posto giusto. Di Carlo ha estrema fiducia in lui e oggi il francese è sempre di più titolare di una squadra che ha imparato a muoversi sulle spalle dell'attaccante alato. Théréau, questo è l'anno che può valere la chiamata che aspetta da sempre? “Me lo auguro, ci spero ancora. La preparazione è stata perfetta. Io sto bene. Pure il Chievo mi sembra godere di buona salute. Fino alla gara di Coppa Italia tutto è filato per il verso giusto. Inizia il campionato, e non vogliamo sbagliare”. Pare che da quando è stato chiamato a fare il trequartista la sua carriera abbia avuto un'impennata. “Il ruolo mi piace tanto. Lì mi sento forte, lì mi diverto davvero molto. Di Carlo mi ha dato fiducia. Penso anche a difendere. Penso ad interpretare la parte nel miglior modo possibile. Altrimenti potrei perdere una grande occasione”. Théréau-Pellissier-Di Michele. Pare che la musica sia quella giusta… “È un piacere giocare con loro. Ho la stessa visione del calcio che ha Di Michele. A lui, come a me, piace avere la palla sui piedi. In più la presenza di David e Sergio è da ulteriore stimolo. Posso crescere e fare addirittura meglio dell'ultima stagione”. La stella di Cyril può diventare abbagliante e contribuire al ritorno in Europa del Chievo? “Il calcio non dà certezza. Ma penso che il Chievo di quest'anno sia la squadra più forte da quando sono arrivato io qui in Italia. Abbiamo un gruppo di ragazzi attrezzato per disputare un grande campionato. Vedo individualità di ottimo livello. E di conseguenza anche sul piano del collettivo siamo cresciuti”. I quattro gol di Coppa che cosa hanno detto? “Che io sto bene. Pure i compagni di reparto, pure la squadra. Facciamo la cosa giusta con grande naturalezza. Quest'anno siamo completi sia sotto il profilo fisico che qualitativo. Possiamo crescere. Possiamo andare oltre l'obiettivo salvezza”. La Nazionale? “Ho 29 anni ma non ho smesso di sognare. È molto difficile giocare al Chievo e sperare di andare in Nazionale. Per fare il passo successivo devo riuscire a fare qui qualcosa di importante e passare magari poi in un club di grande livello. In Francia, come in Italia, se non giochi in un top club, difficilmente vieni convocato in nazionale. Il sogno è vivo però. Non è ancora troppo tardi per realizzare questo sogno”. L'anno scorso pensava alla 'doppia cifra'. Quest'anno? “Fare gol è importante. Migliorare il mio primato personale lo è ancora di più. Ma c'è un'altra cosa che mi preme: gli assist. Mandare in gol i compagni è cosa stimolante. E qui ho solo l'imbarazzo della scelta. Mi piace come si muovono. Ci troviamo molto bene. Anche questo può essere considerato un valore aggiunto. Perché alla fine conta segnare. Non conta chi la butta dentro”.

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