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  • Thohir: '3 incedibili e 2 o 3 sacrifici. Su Mancini, Touré, Candreva e Suning...'

    Thohir: '3 incedibili e 2 o 3 sacrifici. Su Mancini, Touré, Candreva e Suning...'

    Erick Thohir compie 46 anni: sul Corriere dello Sport in edicola oggi c'è un'interessante intervista al presidente indonesiano dell'Inter. 

    BILANCIO - "Preferisco farlo sui risultati delle ultime due stagioni 'piene' perché sono arrivato nel novembre 2013 ed è innegabile che l'allenatore e i calciatori ci fossero già. Da gennaio 2014 abbiamo iniziato ad operare sul mercato e abbiamo preso Hernanes e D'Ambrosio, ma quelle mosse non erano frutto di una nostra strategia: sono stati innesti dell'ultimo momento per arrivare in Europa League, traguardo che abbiamo raggiunto. Nel 2014/2015 invece abbiamo costruito la rosa che volevamo anche se abbiamo dovuto cambiare allenatore e il nostro leader visto che Zanetti si è ritirato. Alcuni degli elementi che pensavamo potessero essere delle guide per il gruppo, non lo sono stati. Vidic, per esempio, ha avuto problemi fisici e di questo ci dispiace molto. Siamo dovuti passare tutti, non solo i giocatori, ma anche noi dirigenti, attraverso un processo di apprendimento, e per questi motivi i risultati non sono arrivati. Siamo molto fieri di quello che abbiamo fatto nel 2015/2016. Consideriamo questi ultimi due anni come un periodo di transizione, ma nell'ultimo campionato il numero dei punti conquistati è salito e siamo tornati in Europa League. Non è stata una stagione perfetta perché abbiamo mancato la qualificazione alla Champions a causa dei troppi alti e bassi avuti a gennaio e febbraio, ma il calcio è questo e bisogna accettarlo. Ci riproveremo nel 2016/2017, potete starne certi. In questo sport devi lottare sempre, inserire buoni giocatori per competere e rinforzare la squadra. Lo abbiamo fatto la scorsa estate e lo faremo anche nella prossima". 

    CALCIOMERCATO - "I problemi non si risolvono solo comprando, comprando e comprando... Un anno fa abbiamo messo sotto contratto 11 nuovi calciatori cambiando 8-9 elementi della formazione titolare, ma adesso questa cosa non si ripeterà perché l'undici base ha un suo 'cuore' e una sua struttura. Magari ci saranno 2-3 innesti, ma non 7. Dal 2013/2014 al 2015/2016 la squadra è completamente diversa e l'unico titolare rimasto è Handanovic (Icardi nel 2013/2014 non lo era complici anche i problemi fisici, ndr). Non credo che succederà la stessa cosa dal 2015/2016 al 2017/2018. Tutti nella società, da Roberto Mancini in poi, sanno che per costruire una formazione competitiva servono 2-3 anni. Stiamo facendo un buon lavoro". 

    FAIR PLAY FINANZIARIO - "Tra essere in Champions League e in Europa League c'è differenza a livello economico. Se giochi in Champions, i tuoi salari possono crescere perché hai maggiori ricavi. Se invece non vi prendi parte, non puoi spendere le stesse cifre. Attualmente abbiamo un monte ingaggi di circa 80 milioni e credo che, pur con qualche aggiustamento, rimarrà questo anche nella prossima stagione. Con il Fair Play Finanziario e l'accordo che abbiamo firmato con la Uefa siamo obbligati a rispettare certi parametri. Potremmo far salire gli stipendi dei giocatori a 130 milioni, spendere per gli acquisti più di quanto incassiamo dalle cessioni e sono convinto che i tifosi sarebbero felici. Anzi, lo sarei anche io perché sono uno tifoso dell'Inter. Ma cosa succederebbe se finissimo secondi in classifica senza attenerci alle regole dell'Uefa? Ve lo dico io: non giocheremmo la Champions e neppure l'Europa League. Ecco perché è obbligatorio rispettare il Fair Play Finanziario. Non solo non dovremo far crescere il monte ingaggi, ma sarà necessario sia arrivare a un equilibrio tra acquisti e cessioni sia realizzare 50 milioni di plusvalenze nel corso del prossimo esercizio". 

    MERCATO IN USCITA - "Nella stagione 2017/2018 saremo fuori dal periodo delle sanzioni dell'Uefa, ma dovremo comunque rispettare le norme che sono valide per tutti i club. Questo non vuol dire che la prossima estate venderemo tutti. Perché dovremmo farlo? Se vendessimo tutti, nel 2016/2017 non andremmo né in Europa League né in Champions League, che è il nostro obiettivo. L'Inter deve essere come minimo in Europa League, ma se Roberto Mancini riuscirà a fare qualcosa di straordinario, potremo arrivare anche in Champions. Chi avrebbe mai detto che il Siviglia sarebbe stato capace di vincere tre volte di fila l'Europa League? O che il Leicester avrebbe conquistato la Premier? Ai tifosi che mi chiedono se vogliamo arrivare in Champions dico sì, ma se andiamo in Europa League non sarà un disastro. Il problema sarebbe rimanere fuori dalle coppe europee. Ecco perché ripeto che non venderemo 6 dei nostri titolari. Al massimo 2 o 3, ma non certo 6. Perisic, Icardi e Miranda per esempio sono qui e se qualcuno verrà a chiederceli, certo non li faremo partire. Abbiamo una strategia. Brozovic può andare alla Roma? Non ho mai sentito di offerte di Brozovic da parte della Roma o del mio amico Pallotta. Brozovic è un componente importante della nostra squadra. Se decideremo di cedere nostri giocatori in Serie A, dovremo calcolare bene il rischio di rinforzare una diretta concorrente". 

    MERCATO IN ENTRATA - "Dipende dal mercato. Dovremo avere almeno 16 calciatori dello stesso valore, non per forza superstar, perché saremo impegnati in campionato e in Europa League e ci sarà bisogno di una rotazione importante degli uomini. Banega ed Erkin? Non parlo di possibili acquisti, affronteremo l'argomento da luglio in poi. Yaya Touré? Se sarà acquistabile, sarà positivo per l'Inter, ma dobbiamo capire se si tratta di un'operazione sostenibile per i vincoli che abbiamo con il Fair Play Finanziario e se può dare un apporto positivo. Non vogliamo giocatori glamour, ma elementi che siano in grado di aiutarci. Non credo che abbiamo in programma di fare affari con la Lazio. Volete sapere perché? In avanti abbiamo Icardi, Perisic, Eder, Palacio, Biabiany e Jovetic: se portassimo in squadra anche Candreva, chi giocherebbe? Non ho avuto finora nessun incontro di mercato con Lotito. Prima di pensare a un eventuale acquisto di Candreva dovremmo cedere qualcuno dei nostri e capire se questa potrebbe essere un’operazione sostenibile per i nostri conti. Decideremo chi arriverà in maniera collettiva: non sarò io a dire 'compriamo quel giocatore' e quel giocatore arriverà. Le decisioni sono sempre state e saranno sempre collettive, dopo un confronto che coinvolgerà Mancini e tutti i dirigenti. Dobbiamo essere d'accordo, riflettere su cosa sia meglio per la squadra, non per il presidente o per l'allenatore". 

    MANCINI - "Resterà al 100% come ha detto lui, le sue parole mi sono piaciute. Abbiamo iniziato un progetto che deve essere portato al termine. I soldi non c'entrano: ha un altro anno di contratto e vogliamo che resti. Ciò che finora ha fatto per l'Inter è evidente: rispetto a un anno fa abbiamo migliorato di 12 punti la nostra classifica e questo è un dato importante. Il nostro obiettivo però è fare più di 70 punti e con Mancini in panchina possiamo riuscirci perché è la nostra superstar. Se Mancini farà bene e i giocatori anche, non rinnoveremo solo il suo contratto a stagione in corso, ma anche quello di alcuni calciatori. Se tutto questo non succederà, saremo però obbligati a prendere decisioni importanti. Lo dobbiamo al club e ai tifosi. I giocatori e i dirigenti devono consolidarsi negli anni e c’è bisogno di tempo per raggiungere certi risultati. La prossima stagione però non ci saranno più scuse perché il gruppo si conosce da un anno. Il leader è Mancini e noi lo aiuteremo in tutti i modi. Stankovic resterà come club manager anche il prossimo anno? Decideranno Gardini e Ausilio. Avere Stankovic al nostro fianco è importante perché ci aiuta". 

    GAP CON LA JUVE - "Onestamente dico che la Juve negli ultimi 6 anni è stata strutturata veramente bene, mentre l'Inter è in fase di costruzione. Lotteremo con la Juventus e nel calcio non si sa mai quello che può succedere. Di sicuro continueremo a spendere per i salari dei giocatori come gli altri top club della Serie A. Se potessimo raggiungere la Champions pagando i calciatori come le società medio-piccole sarebbe il massimo per me, ma so che non è possibile. Investiremo ancora per raggiungere i nostri obiettivi. Mi sarebbe piaciuto che nella finale di Champions League a San Siro ci fosse stata in campo una squadra italiana. Per la Serie A sarebbe stato positivo esattamente come lo è stato la partecipazione della Juventus alla finale di Berlino. Mi ricordo che alla cena di gala il giorno precedente il match contro il Barcellona feci l'in bocca al lupo ad Andrea Agnelli: come presidente dell'Inter avrei anche potuto non andare in Germania, ma non sono voluto mancare. Bisogna essere uniti per far tornare in alto il calcio italiano". 

    SUNING - "La cosa più importante è che l'Inter cresca. Moratti mi ha permesso di entrare nel club perché ha capito che potevo aiutarlo. Se porteremo un altro partner strategico tra gli azionisti sarà per migliorare l'Inter. Dobbiamo essere sicuri che ciò accada esattamente come ha fatto Moratti con me. Nell'ultima ricerca di Deloitte sul calcio si nota che quasi tutti i club della Premier League sono tra i primi 30 al mondo come ricavi, la concorrenza è grandissima e c'è bisogno di una forza sempre maggiore per essere competitivi. Cosa può portare Suning all'Inter? Lo dirò quando firmeremo, ma prima non possiamo rivelare dettagli. Intanto Bolingbroke è andato in Cina per capire meglio il mercato cinese e come avere successo lì. Siamo già molto popolari in Cina, ma possiamo diventarlo ancora di più. Abbiamo 130 milioni di tifosi e dobbiamo far crescere il nostro brand, ma prima è necessario conoscere il mercato. Zhang Jindong è molto coinvolto nell'approfondire questa partnership. Altri potenziali nuovi soci? Abbiamo alcune trattative, ma come potete capire dalla visita degli uomini del Suning a Milano, questa è la più avanzata". 

    TOTTI - "Se non ho mai pensato di portare Totti al Dc United quando sembrava che potesse lasciare la Capitale? Totti per la Roma è come Zanetti per l’Inter. Non posso commentare il rapporto tra lui e il suo club perché non è un nostro calciatore. Noi lavoriamo con le nostre leggende, persone che sono parte della nostra storia, e siamo rispettosi e grati per quello che hanno fatto per l'Inter. E lo stesso con l'ex presidente Pellegrini al quale stringo sempre la mano con piacere quando sono a San Siro: ha portato in questa squadra fuoriclasse come Matthaus, Brehme, Klinsmann...". 

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