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  • Thohir il decisionista oscura anche Mao

    Thohir il decisionista oscura anche Mao

    • Gianluca Minchiotti
    Erick Thohir aveva iniziato in sordina la sua avventura come presidente dell'Inter: qualche visita sporadica in Italia e tante interviste rilasciate, ma pochi fatti concreti (a parte, e non è poco ovviamente, l'ingente cifra spesa per acquistare il pacchetto di maggioranza del club nerazzurro e ripianarne i debiti). E questo fino alla fine di gennaio.

    THOHIR IL DECISIONISTA - Poi, la svolta: Thohir si trasforma e rivela il suo vero volto, quello di un grande decisionista. Il magnate indonesiano blocca lo scambio Vucinic-Guarin, acquista in prima persona Hernanes, licenzia Branca, promuove Ausilio che subito prende Vidic e (quasi) Evra, di fatto manda in pensione capitan Zanetti prospettandogli un futuro solo da dirigente e non più da calciatiore, dà piena fiducia a Fassone, anche a dispetto degli umori della curva. Tutto ciò in circa un mese e mezzo. 

    MAO RESTA NELL'OMBRA DEL MAGNATE INDONESIANO - L'altra faccia del decisionismo thohiriano, in casa Inter, è rappresentata invece dalla figura di Angelomario Moratti, detto Mao, vicepresidente del club e figlio di Massimo Moratti. Mai una dichiarazione, mai una presa di posizione, persino poche presenze allo stadio, dove a fianco di Thohir abbiamo quasi sempre visto il vecchio patron o Marco Tronchetti Provera. Era chiaro fin dall'inizio che la figura di Moratti JR non sarebbe stata di primissimo piano in questa Inter, ma che finisse per essere così defilata e, di fatto, totalmente oscurata dalla presenza sempre più forte di Thohir, ecco questa forse è una sorpresa. 

     

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