Calciomercato.com

  • Ti amo anzi ti odio: Spalletti contro Roma, la Roma e la stampa di Roma

    Ti amo anzi ti odio: Spalletti contro Roma, la Roma e la stampa di Roma

    • Antonio Martines
    Roma, la Roma e la stampa di Roma non hanno mai fatto sconti a nessuno... nemmeno a Luciano Spalletti da Certaldo, secondo le statistiche, il miglior tecnico della storia giallorossa, con 412 punti in 212 partite, senza contare gli 87 punti della stagione passata (record assoluto), numeri impressionanti e paradossali.

    Impressionanti perché nessuno ha mai fatto come lui, paradossali perché non solo non sono serviti a molto, ma hanno lasciato per di più uno strascico di rimpianti per quello che avrebbe potuto e dovuto essere e invece non è stato. Spalletti poteva essere per la Roma una sorta di liberatore, il fondatore di una nuova era nella quale il grande sogno romanista avrebbe potuto finalmente concretizzarsi.

    E invece alla fine anche lui è rimasto vittima di tutto questo, sebbene Spalletti non si sia mai fatto travolgere da questa macchina infernale. Anzi, al contrario, ha reagito in modo fiero e spavaldo, a volte forse anche troppo. Come ad esempio nella gestione della vicenda dell'addio diTotti, dove non si è fatto minimamente intimidire, nè dalla gigantesca statura storica del Capitano, né dalle enormi pressioni che arrivavano dalla piazza giallorossa, la quale negli ultimi mesi era letteralmente inferocita per il trattamento che il tecnico stava riservando al proprio totem. Soprattutto in occasione di quella che avrebbe dovuto essere l'ultima partita del Capitano a San Siro, il 9 Maggio scorso contro il Milan, partita stravinta dalla Roma per 4-1 ma caratterizzata dalla clamorosa mancata entrata in campo - persino nei minuti finali - a risultato ampiamente acquisito e con i tifosi rossoneri che cantavano a favore di Totti (c'è solo un capitano). Una mossa sicuramente poco azzeccata, inutile e soprattutto inspiegabile, perché tracciò un solco profondissimo tra la tifoseria e il tecnico, che si manifestò in tutta la sua durezza nei confronti dell'ultima partita con il Genoa; quando durante la commovente festa di addio del Capitano, i tifosi romanisti subissarono di fischi uno Spalletti iracondo e invelenito a favor di telecamera.

    Da allora tutta l'antipatia che da parte di molta tifoseria romanista era montata a partire da Gennaio in seguito a certe dichiarazioni infelici e anche provocatorie: come quando parlava della sua permanenza legata solo ad eventuali vittorie stagionali o, e qui puzzava di beffa, alla contemporanea permanenza di Totti; tutta quell'antipatia dicevamo, si trasformò in odio vero e proprio nei confronti di un allenatore che, evidentemente si era cimentato in troppe conferenze stampa provocatorie e teatrali, con una sorta di vero e proprio disturbo istrionico di personalità, come a voler dimostrare a tutti i costi che anche lui poteva essere una sorta di mattatore alla Mourinho, senza però riuscirci a detta di molti...

    A tutto ciò poi si aggiungevano le tesi “complottiste” di alcune voci radiofoniche della capitale, che in certi atteggiamenti di Spalletti leggevano soprattutto il comportamento tipico di chi voleva tagliare la corda, perché evidentemente non trovava di suo gradimento la strategia (se cosi si può dire) di una società fin troppo ossessionata dalla vicenda stadio ma non altrettanto da quelle sportiva.

    Insomma l'ultimo Spalletti romanista è stato un tecnico sempre lucidissimo nella gestione tecnica della squadra, ma piuttosto opaco e indecifrabile dal punto di vista sentimentale, ma d'altro canto questa indecifrabilità caratteriale è un suo tratto distintivo. Lo Spalletti della prima esperienza in giallorosso era un uomo decisamente più solare, che però non avremmo mai più rivisto dato che di ritorno dalla gelida San Pietroburgo, era ormai diventato una sorta di Raskolnikov in carne e ossa con un espressione misteriosa e indecifrabile come quella del personaggio di Delitto e Castigo. Ma a differenza del complesso e controverso personaggio Dostoevskiano, Spalletti non ha commesso nessun duplice omicidio e di sicuro non sarà vittima di rimorsi e pentimenti visto che all'Inter sembra finalmente aver trovato la sua dimensione ideale

    @Dragomironero

    Altre Notizie