Calciomercato.com

  • Timossi: Juventus, lo scandalo Giraudo-Tavecchio e l'ombra di Lippi

    Timossi: Juventus, lo scandalo Giraudo-Tavecchio e l'ombra di Lippi

    Giraudo e giravolte. Nel momento nero della Juventus c’è spazio anche per questo: per lo scandalo Tavecchio, per il ritorno in scena dell’ex amministratore delegato bianconero e per un altro paio di ombre che emergono dal passato. Sono le ombre di Fabio Capello e Marcello Lippi.

    Antonio Giraudo, 69 anni, è l’ex amministratore delegato della Juve, ruolo ricoperto per 12 anni, dal 1994 al 2006. Tifoso del Torino, era l’uomo duro della Triade che fu, un manager decisamente più spigoloso di Big Luciano.  Per il giovane Andrea Agnelli era come un secondo padre. E’ probabile che sia rimasto tale. Radiato dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio, Giraudo ha preferito lasciare l’Italia dopo la bufera Calciopoli.  Si è trasferito a Londra, a Torino torna e spesso e altrettanto spesso fa tappa a Milano, dove di solito alloggia in un hotel a due passi da piazza San Babila. Qui, martedì mattina, Giraudo ha incontrato Carlo Tavecchio, il presidente della Federcalcio. La stessa federazione che ha chiesto e ottenuto la radiazione dell’ex dirigente juventino.  Doveva essere un incontro top-secret? Forse no, altrimenti non si sarebbero visti nella hall di un grande albergo. Comunque segreto non è rimasto, perché nello stesso hotel c’era anche Giuseppe Cruciani, giornalista, conduttore del programma radiofonico la Zanzara. Cruciani ha visto, fotografato il rendez-vous, ascoltato quello che i due stavano dicendo. E poi ha raccontato tutto sul sito Dagospia (foto). In estrema sintesi: hanno parlato della causa civile che oppone Juve e Federlalcio, Tavecchio ha proposto il “pari e patta”, Giraudo ha risposto “col cavolo, noi andiamo avanti”.  Giraudo può fare ciò che vuole, incontrare chi gli pare, accettare quello che probabilmente è stato il mandato informale di Andrea Agnelli.

    Tavecchio no, il presidente della Federcalcio non può incontrare chi è stato radiato dalla Federcalcio. Non può farlo senza considerare l’impatto del messaggio anti-sportivo generato da un comportamento del genere.  E ancora: nel 2008  Alessio Secco e Roberto Bettega (all’epoca dirigenti juventini)  vennero squalificati per un mese. Motivo? Avevano parlato al telefono con il numero uno del Genoa, Enrico Preziosi, squalificato. Dovevano risolvere la comproprietà di Criscito, ma le norme federali impediscono le trattative di mercato con dirigenti squalificati.   Le norme impediscono anche a un dirigente Figc di avere rapporti istituzionali con chi è stato radiato? Sì. Infatti Tavecchio si è già difeso goffamente dicendo che l’incontro a Milano è stato “occasionale”, non istituzionale.

    Occasionale, dal vocabolario Treccani. Prima definizione: che offre occasione, motivo, talora anche pretesto, a qualche cosa. Seconda definizione di occasionale: che dipende da un’occasione, che nasce dalle particolari circostante e quindi non voluto, casuale fortuito. Insomma, Tavecchio continua a prendere in giro chi gli pare, non dice perché era in quell’hotel, chi doveva incontrare, di cosa ha parlato con Giraudo. La notizia del caffè presidente-radiato è croccante, la più interessante notizia letta negli ultimi mesi sul paludato mondo del pallone italiano. Ha la magia di quelle cose che i giornalisti chiamano scoop, non ha invece nulla da spartire con conferenze stampa o noiose interviste programmate.  Uno scoop merita approfondimenti, che verranno fatti, ma che ancora non sono stati fatti. E probabilmente meritava un dibattito più approfondito, anche sui giornali. Invece alcuni hanno snobbata la notizia. Altri l’hanno deliberatamente tralasciata, come ha fatto il quotidiano torinese “La Stampa”, giornale di casa Agnelli.

    Nell’attesa di scoprire cosa davvero è accaduto nell’hotel vicino a piazza San Babila,  Tavecchio mediti e prenda finalmente una decisione: rassegni le dimissioni, se ne vada, lasci la presidenza.

    Giraudo invece continui a fare quel che vuole. Per esempio continui a consigliare il presidente Agnelli. In questi giorni di caos, ritiri anticipati e risultati che sono lo specchio dell’ultimo mercato messo in piedi da  Giuseppe Marotta, servono buoni consigli sul futuro dell’allenatore.  Molte sono le voci, raccolte tra Torino, Vinovo e Milano. “Ricordate il Napoli fuori dalla Champions con 12 punti? Ecco, queste cose succedono quando nel girone c’è una squadra materasso come il Borussia Moenchengladbach. Se accadrà alla Juve, per Allegri sarà davvero la fine”. Pessimisti.  Però il destino di Max sembra segnato. Se bisognerà risolvere l’emergenza, se anche la Champions diventerà un incubo, due le scelte possibili. A Torino consigliano Fabio Capello, ma è una soluzione difficile. Primo: le ultime esperienze di don Fabio sono state fallimentari, in Inghilterra e soprattutto in Russia. Con la sensazione che il tecnico appartenga ormai a un calcio che non esiste più. Secondo: difficile che Capello accetti un incarico transitorio, senza poter intervenire pesantemente e subito sul mercato.  Altro nome: Marcello Lippi. Ingaggiare lui sarebbe meno complicato, anche per una soluzione transitoria, magari mettendo in panchina un giovane allenatore, un ex giocatore che con Lippi vinse il Mondiale.  Se la soluzione d’emergenza non sarà necessaria? Sarà meglio per tutti, per il calcio italiano che vedrà la Juve ancora protagonista in Europa, come accaduto un anno fa.  Però un nuovo allenatore a giugno potrebbe comunque arrivare. Il nome è sempre lo stesso, quello di Walter Mazzarri. Che ha ricucito i vecchi dissapori con Beppe Marotta, dissidi sulle scelte di mercato nati durante il periodo sampdoriano e chiariti solo con il passaggio dell’allenatore a Napoli.

    Giravolte, non resta che aspettare. 

    Giampiero Timossi 
     

    Altre Notizie