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  • Top 11 Champions: Vidal, El Shaarawy e Mexes. Censura su Luiz Adriano

    Top 11 Champions: Vidal, El Shaarawy e Mexes. Censura su Luiz Adriano

    • Luca Cassia

    Si avvicinano i titoli di coda della fase a gironi della Champions League. La quinta giornata ha concesso ulteriori verdetti , ma serviranno gli ultimi novanta minuti (4 e 5 dicembre) per completare la griglia degli ottavi di finale. Oltre alla Juventus, che insegue l’aritmetica qualificazione, è bagarre nei gironi G (Benfica e Celtic) e H (Galatasaray e Cluj) mentre negli altri raggruppamenti restano da incoronare le varie regine. Il 3-5-2 impartito al top 11 è un doveroso omaggio all’impresa bianconera contro i campioni d’Europa del Chelsea. Non ne abbiano a male Willian e il sorprendente Rui Pedro, abitualmente mezzepunte, sacrificati sugli esterni di un centrocampo a cinque.

    Vicente Guaita (Valencia): vice del brasiliano Diego Alves, illude il Mestalla negando più volte il gol bavarese. Nonostante l’inferiorità numerica (espulso Barragàn), il 25enne valenciano si inchina al Bayern solo nel finale di gara. Niente mani nei capelli: prima del fischio d’inizio gli spagnoli avevano già brindato agli ottavi in virtù dell’harakiri del Bate Borisov.
     
    Semih Kaya (Galatasaray): Kaya in turco significa roccia, appellativo che facilita il compito dei sostenitori nel trovargli un soprannome. In effetti si rivela solido e coriaceo, il tutto a soli 21 anni. Pupillo di Fatih Terim, speranza del calcio turco. E intanto si leva pure lo sfizio di lasciare a bocca asciutta il Chicharito Hernàndez.  
     
    Philippe Mexés (Milan): c’è da dire che a Milano, sponda rossonera, stanno facendo l’impossibile per dimenticare Zlatan Ibrahimović. El Shaarawy lo affianca per media realizzativa, il biondo Philippe si prende il lusso di emularne la recente rovesciata. Qualche detrattore in meno tormenterà ora le prestazioni del francese. 
     
    Ezequiel Garay (Benfica): è suo il definitivo 2-1 che piega gli scozzesi di Neil Lennon e mantiene vive le speranze di qualificazione delle Aquile. Scaricato a 25 anni dal Real Madrid, il granatiere argentino gratifica la torre di Luisão e annienta il Celtic, agganciato a 7 punti prima dell’ultimo atto della fase a gironi.
     
    Willian (Shakhtar Donetsk): altri due gol, fanno quattro nella kermesse continentale. Seconda doppietta consecutiva dopo quella siglata a Stamford Bridge, stavolta determinante per l’accesso agli ottavi di finale. Brasiliano straripante per mezzi tecnici e atletici, l’affare lo farà chi lo strapperà dall’esilio dorato di Donetsk. 
     
    Arturo Vidal (Juventus): in estate i bianconeri sognavano un bomber di caratura internazionale. A novembre abbracciano il Guerriero cileno, già a 9 centri stagionali e miglior marcatore juventino insieme a Fabio Quagliarella. Sicuri che serva ancora il top scorer europeo?
     
    Lucho Gonzàlez (Porto): El Comandante a gennaio ritrovò la sua truppa più devota, quella dei Dragões, l’unica squadra imbattuta in Europa tra campionato e vetrina internazionale. Rinnovati i gradi di capitano, apre le danze del Porto capolista in attesa del match per il primato contro il Psg di Ancelotti.
     
    Jack Wilshere (Arsenal): tributo necessario per un ragazzo tanto talentuoso quanto sfortunato. Venti gli anni all’anagrafe, tredici i mesi condotti avanti e indietro dall’infermeria. Il gol al Montpellier, oltre a spianare la qualificazione dell’Arsenal, profuma di liberazione. L’augurio è che per lui le disgrazie siano terminate.  
     
    Rui Pedro (Cluj): nel segno del numero tre. Alla sua terza presenza in Champions League (la prima dal fischio d’inizio) sigla un tris in 33’. Perfetto per definizione. Trequartista classe ’88, membro della colonia lusitana in terra rumena, contribuisce ad alimentare il braccio di ferro con il Galatasaray. Prezzo del cartellino 700.000 euro: non sarà un crack, ma ha demolito lo Sporting Braga.
     
    Stephan El Shaarawy (Milan): ormai temuto anche oltre confine, "Le danger, c'est Stephan El Shaarawy" intitolava la stampa belga alla vigilia. Effettivamente stiamo parlando del marcatore principe del Milan, 12 gol tra campionato e Champions League. Il suo ultimo sigillo proietta i rossoneri agli ottavi di finale e, qualora ce ne fosse ancora bisogno, dimostra quanto sia diventato grande il piccolo Faraone. 
     
    Lionel Messi (Barcellona): con la doppietta allo Stadio Lužniki raggiunge quota 80 gol nell’anno solare, cinque timbri in meno del primato detenuto da Gerd Müller. E la Pulga ha a disposizione ancora sette gare ufficiali. Che altro aggiungere? Il countdown è appena iniziato.  
     
    Non farà discutere l’esclusione di Luiz Adriano dai fantastici undici. L’attaccante dello Shakhtar, autore del censurabile 1-1 di Copenhagen, firma un tris che raccoglie solo sdegno. Chissà se a fine partita avrà chiesto anche le firme danesi sul pallone dell’hat-trick.
     
     

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