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  • Torino a porte chiuse:| In cerca di un perché

    Torino a porte chiuse:| In cerca di un perché

    • A.S.

    Al triplice fischio finale di Romeo, domenica pomeriggio, il popolo granata ha applaudito la squadra nonostante la sconfitta contro la Roma. Il segnale che qualcosa è cambiato nei rapporti con i tifosi, che qualcosa si sta muovendo nella gestione non sempre semplice di quel legame tra la piazza e la squadra. Sembra pertanto un paradosso la scelta della società di chiudere le porte agli allenamenti nella settimana che porta alla sfida di Firenze. Dopo che i giocatori e il tecnico hanno ringraziato la curva per la vicinanza e per l'entusiasmo dimostrato, assume quasi i contorni di una punizione decidere per i cancelli serrati.

    A OLTRANZA - Dall'estero sono arrivati negli anni fulgidi esempi di curve, magari con le lacrime agli occhi per un'eliminazione o un ko, ma unite nel consolare i propri idoli. E anche in Italia questo fenomeno sta piano piano prendendo piede: come, appunto domenica, quando la Maratona ha comunque espresso il suo tributo al gruppo perché contro la Roma ha dato il massimo e la sconfitta è arrivata da episodi a sfavore. Stessa immagine nella trasferta di Parma con il Toro sconfitto 4-1 e il settore ospiti che ha salutato e applaudito a fine gara Bianchi e compagni nonostante quel quarto d'ora di follia che ha gettato alle ortiche la vittoria che il Toro stava ottenendo sul campo.

    IL SOSTEGNO - La curva granata sta quindi dimostrando il suo attaccamento al di là del risultato finale: soffre e applaude se vede che la squadra si danna l'anima pur dovendo soccombere all'avversario, in attesa di quei fatidici tre-quattro punti che significherebbero salvezza matematica. E gli stessi giocatori hanno sottolineato più volte l'importanza di avere al proprio fianco il popolo granata per l'apporto, il calore e il sostegno che sa trasmettere a tutto il gruppo. Appare perciò strana la decisione di far svolgere ieri mattina, alla ripresa, l'allenamento a porte chiuse.

    PUNISCI, NON PREMI - Per carità, già in passato la società ha spiegato che la scelta non deve essere vista come una misura contro i tifosi ma per tutelare la preparazione e le scelte tattiche, che non devono essere svelate agli avversari. E sono quindi comprensibili le sedute lontano da occhi indiscreti a ridosso della partita. Ma al martedì, quando si punta esclusivamente sul lavoro atletico, quale fastidio possono dare i tifosi in tribuna, quali segreti possono carpire? Sarebbe un premio per la loro disponibilità domenicale accoglierli nel centro sportivo - secondo la consuetudine in casa granata - anziché chiudergli le porte in faccia, sarebbe un modo per ringraziarli non soltanto a parole del loro attaccamento a dispetto di tutte le vicissitudini che hanno contrassegnato l'intera stagione. Anziché nascondersi, il Torino dovrebbe aprirsi agli aficionados a oltranza.

    PRESSIONI - E invece, accade esattamente il contrario, anche se la società farà entrare i tifosi dalle 17.15 soltanto per la firma degli autografi e lo scatto di qualche foto. E a forza di porte chiuse, i tifosi sono costretti a stare lontano dai loro beniamini. Nel periodo invernale, da novembre a gennaio, sono stati addirittura 70 i giorni senza visite alla Sisport. Ora il bis, quasi che il club senta la pressione del momento, dopo il tonfo con la Roma e nel mezzo del tour de force che vedrà opporre il Toro a Fiorentina, Juventus e Milan nelle prossime tre trasferte. Magari i tifosi accanto saprebbero trasmettere fiducia e serenità.

    (Tuttosport - Edizione Locale)

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