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  • Torino: Maresca e lo sfregio alla Maratona

    Torino: Maresca e lo sfregio alla Maratona

    • A.S.

    Ha ragione, Ventura: a Torino non si può fare calcio. I tifosi granata si lamentano di tutto, che screanzati. Si tarocca un pareggio, e fischiano. Si compra una mezza dozzina di giocatori invischiati nel calcioscommesse, e s’indignano. Si scarica il capitano, e mugugugnano. Si vende il vice-capitano alla rivale cittadina, e borbottano. Si tenta di comprare Maresca, e sbacaliscono. Che palle, ’sti granata: sognano il Filadelfia, rimpiangono il settore giovanile, s’aggrappano alle radici, sfoderano parole impolverate come etica e dignità, non gliene va mai bene una. Cosa c’è di male, in fondo, ad aggiungere agli sfregi degli ultimi anni anche l’ingaggio di un centrocampista in chiara parabola discendente, messo fuori rosa dal suo club di appartenenza (la Samp, non il Bayern) e celebre per avere sfottuto in diretta la curva Maratona? Insomma: lasciateli lavorare, Cairo e Ventura. Lasciateli in pace anche se sembra che, appena scoprono qualcosa che possa dare fastidio alla gente del Toro, si impegnino pervicacemente a perseguirla. La tifoseria granata sarà anche piena di insopportabili rompiscatole, ma il presidente e l’allenatore devono rassegnarsi all’idea che la clientela cui si rivolgono è quella, e non apprezza le pastette, le partite vendute, le omesse denunce e nemmeno le prese in giro. La netta sensazione è che a Cairo (e a Ventura, di conseguenza) interessi soltanto tenere in piedi una squadra che resti in qualche modo in serie A e che, dunque, garantisca visibilità, frequentazioni e, soprattutto, diritti televisivi: di tutto il resto, cari tifosi, infischiatevene. Altrimenti presidente e allenatore s’offendono.

    (La Repubblica - Edizione Torino)

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