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  • Torna la Serie A: un Mondo... nico di pareri
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Torna la Serie A: un Mondo... nico di pareri

  • L.C.
Mazzarri e Allegri sono entrambi livornesi, uno, Max del capoluogo, l’altro di San Vincenzo, ma la provincia di nascita è l'unica cosa che accomuna i mister di Juventus ed Inter. Sanguigno Walter, diplomatico e “politically correct” “Acciuga”; per entrambi la prossima stagione rappresenta un crocevia fondamentale delle rispettive carriere. Lo dice anche Emiliano Mondonico, con le sue 441 panchine uno degli allenatori più esperti del nostro calcio, da qualche stagione apprezzato opinionista Rai. “Mondo”, qual'è il suo giudizio sui mister targati Livorno? «Due personaggi che si presentano in maniera diametralmente opposta ma alla lunga fanno trasparire la comune origine; Allegri è più diplomatico, Mazzarri più sanguigno ma entrambi possiedono la furbizia, in senso buono, del livornese.-ha raccontato al quotidiano Il Tirreno Mondonico- Mostrano di sé un'immagine diversa da come sono realmente: fuori dal campo Mazzarri è persona con più certezze, Allegri meno sicuro, il contrario di come appaiono in Tv». Tatticamente quali sono le differenze ad un occhio esperto come il suo ? «Entrambi cercano sempre la vittoria, ma lo fanno in modo opposto; “Acciuga” segnando una rete in più dei rivali, Mazzarri prendendo un gol in meno. Le squadre di Allegri sono “Maschie”, quelle di Walter “Femmine”: si ritraggono per far male con veloci ripartenze». L'anno prossimo per Mazzarri sarà fondamentale, per consacrarsi definitivamente nel gotha del nostro calcio deve metter su una stagione con i fiocchi. «Vero, il tecnico deve ancora farsi accettare dai suoi tifosi, serve un gran campionato. Sono fiducioso, nell'Inter che sta nascendo si vede tantissimo la mano del suo allenatore. Grande organizzazione e fase difensiva da incorniciare nonostante due mezzali spiccatamente offensive come Hernanes e Kovacic. Una squadra da primi tre posti, altrimenti sarà un mezzo fallimento». Allegri invece raccoglie la più pesante delle eredità, quanto si farà sentire lo spettro di Conte? « L'approdo di Conte in nazionale ha tolto un po' di pressione ad Allegri; l'importante per Max sarà partire bene per allontanare il fantasma del predecessore. L'impressione è che l'obiettivo primario sia la Champions dove far meglio dello scorso anno (eliminazione nella fase a gironi) non è certo impossibile. Gli ottavi sono ampiamente alla portata dei bianconeri poi molto dipenderà dal sorteggio. In quest'ottica va interpretato il passaggio alla difesa a 4, che io non condivido e non ritengo discriminante per far strada in Europa». E' ancora la Juventus la principale favorita? «Certamente, i 102 punti dello scorso anno non possono dipendere solo “dalle urla di Conte”; il divario con le altre, che era netto, non è stato colmato. E poi c'è da considerare la voglia dei giocatori di far vedere che i successi non dipendevano da Conte ma dalle loro capacità, esemplari in tal senso le recenti dichiarazioni di Marchisio». Le principali avversarie? «La Roma che viene da un campionato straordinario, il Napoli che però potrebbe risentire dell’eliminazione in Champions e l'Inter. Vedo peggio il Milan se negli ultimi giorni di mercato non fa qualche acquisto importante». Due parole sulle toscane, Fiorentina ed Empoli. « I viola hanno fatto un ottimo precampionato ma senza Rossi sarà più dura. Al riguardo penso che quelli che hanno criticato Prandelli per la mancata convocazione di “Pepito” dovrebbero cospargersi il capo di cenere. Molto dipende dal rendimento di Cuadrado e di Gomez, la viola può anche arrivare tra le prime tre. L'Empoli è un esempio per tutti: società organizzata alla perfezione e specializzata nel lancio di giovani talenti». L'ultima domanda è per lei, dopo 918 panchine in campionato, di cui 441 in A è fermo da due stagioni, ha avuto qualche proposta? «Gli allenatori esperti sono molto ricercati all'estero, e glielo posso dire con cognizione di causa (ha declinato una proposta dagli Emirati Arabi n.d.c) ma io voglio continuare in Italia. Nell'attesa dell'occasione giusta alleno i giocatori disoccupati, e cerco di dare una mano a persone che hanno avuto problemi di alcol e dipendenze: bello vedere che il calcio aiuta a rifarsi una nuova vita, sono emozioni impagabili, ben più importanti di un ingaggio faraonico.

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