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  • Toro in maschera:|All'esame Siena

    Toro in maschera:|All'esame Siena

    Scherza con i giocatori, inizia la conferenza stampa con un saluto in piemontese e snocciola senza problemi tutta la formazione che questa sera affronterà il Siena. Giampiero Ventura è lo specchio di un Toro sereno e carico che non vede l'ora di misurarsi in Toscana, contro la squadra che cento giorni fa conquistò la serie A proprio contro i granata. Ma lo spirito di rivincita non conta perché a sei giorni dall'inizio del campionato (sabato ad Ascoli) e a meno dieci dalla chiusura del mercato (da risolvere i nodi Ogbonna e Bianchi), il Torino affronta il terzo turno di Coppa Italia ad eliminazione diretta con una doppia volontà. Ovvero capire se può ambire alla promozione, giocando contro una formazione del massimo campionato allenata dalla «bestia nera» Sannino (l'anno scorso due sconfitte su due partite), e se può fare a meno di Bianchi. Perché nella città del Palio la coppia di attaccanti titolari sarà composta da Ebagua ed Antenucci, con il capitano e Sgrigna di rincorsa. «Rolando è vivo - taglia corto Ventura - e già da lunedì sapeva che non avrebbe giocato a Siena perché era titolare contro il Lumezzane».


    Dunque una logica da turnover e non un segnale di mercato, considerando che in campo ci sarà anche il debuttante Parisi al posto di Zavagno, più le riserve Di Cesare e D'Ambrosio in difesa con Basha al posto di Vives in mediana. Conferme invece obbligate sugli esterni, in attesa degli ultimi rinforzi, con Stevanovic a destra e Guberti a sinistra. Il tecnico granata aveva promesso allo spogliatoio una rotazione in caso di passaggio del turno ed è stato di parola, anche se fa un certo effetto vedere Bianchi partire dalla panchina. Per quella che potrebbe essere l'ultima sua partita in granata, se dalla prossima settimana il pressing di chi lo vuole crescerà d'intensità. Finora le proposte di Atalanta e Parma (prestiti gratuiti) sono state respinte da Cairo, che chiede almeno 6 milioni di euro per Rolandinho, ma sull'attaccante tira aria di divorzio. Diverso è, invece, il caso di Ogbonna: il Toro l'ha sostanzialmente blindato con una richiesta fuori mercato che ha gelato il Valencia e questa sera il difensore indosserà anche la fascia di capitano. «Lo metto titolare in campo - sorride Ventura - perché una sua esclusione chissà quale caso avrebbe alimentato».
    Il percorso di crescita del Toro oggi al «Franchi» (fischio d'inizio alle 20,45) troverà l'ostacolo migliore per capire le reali potenzialità del 4-2-4 di Ventura. «Io volevo il Siena - ammette il tecnico - perché ai suoi meccanismi oliati ha aggiunto l'aggressività di Sannino. Sarà la verifica più completa per noi, perché loro non saranno chiusi come il Lumezzane e voglio capire se con le nostre conoscenze possiamo battere una squadra di A». Tra gli attestati di stima e i passi avanti compiuti in questi quasi 40 giorni di lavoro, il nuovo Torino ha comunque le idee chiare. «Chi pensa di vedere il gioco del Barcellona è fuori strada - sintetizza Ventura -, perché una pianta cresce se annaffi il seme giorno dopo giorno. Noi stiamo lavorando e il nostro obiettivo dev'essere stupire: i tifosi e anche noi stessi per far vedere le nostre potenzialità. Perché noi non dobbiamo scendere in campo sperando di vincere, ma con la certezza di averne tranquillamente la possibilità». Con o senza Bianchi, lo diranno il campo prima e il mercato dopo.


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