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  • Toromania: Cerci rivuole 'il calcio che non conta'

    Toromania: Cerci rivuole 'il calcio che non conta'

    • Andrea Piva

    Alessio Cerci lo avevamo lasciato con le immagini del suo volto bagnato dalle lacrime dopo il rigore sbagliato a Firenze (al 94' dell'ultima giornata di campionato 2013/2014) che ha mandato in frantumi i sogni europei del Torino (salvo poi essere ricomposti grazie ai guai finanziari del Parma). Poi a far discutere erano stati i social: prima il tweet, di una sera di metà agosto, in cui annunciava l'imminente approdo all'Atletico Madrid - tweet che a detta dello stesso Cerci sarebbe stato scritto da un hacker - poi il celeberrimo status facebook postato dalla compagna Federica che, amareggiata dal fatto che nessuna delle cosiddette big italiane avesse acquistato il cartellino del suo amato, aveva terminato il proprio monologo con una frase che tanto ha fatto discutere: “Noi ce ne andiamo nel calcio che conta”. Tra i destinatari di quel messaggio c'era la Roma, che qualche mese prima aveva corteggiato proprio l'esterno di Valmontone per poi preferirgli Iturbe. Quel post ha però fatto arrabbiare (e non poco) i tifosi granata, risentiti dal fatto che il Torino non fosse considerata una squadra del “calcio che conta”.


    Alessio Cerci lo ritroviamo ora, dopo quattro anni di nulla o poco più e un'esperienza all'Atletico Madrid a dir poco fallimentare. Ha rescisso il proprio contratto con i Colchoneros e ora sta cercando una squadra dover potersi rilanciare e magari, chissà, tornare anche in Nazionale. Un sogno non utopico considerando che il ct Ventura è il suo più grande estimatore, una sorta di secondo padre. Questa sua ricerca ha portato l'esterno a bussare anche alla porta del Torino, quella del “calcio che non conta”, per riutilizzare le parole della sua Federica. Parole da cui lo stesso Cerci si è sempre dissociato, definite da lui stesso un errore dovuto alla rabbia e non certamente rivolte alla squadra granata. In fondo Cerci al Toro ci tiene, lo ha dimostrato quando dalla Spagna ha seguito costantemente l'avventura in Europa League dei suoi ex compagni, ma lo ha fatto ancora di più nei due anni in cui ha vestito la maglia granata. A differenza di quanto fece Immobile, che un anno e mezzo fa al momento del suo ritorno fu comunque accolto come una sorta di eroe, non puntò i piedi per essere ceduto, andò via, sì, ma non solamente per volontà sua. Da tempo la sua cessione era stata infatti programmata dalla società granata che, infatti, non fece nulla per trattenerlo.

    Per quel post e quell'infelice frase, non sua, sul calcio che conta, Alessio Cerci ha chiesto scusa più volte. Anche da lontano ha cercato di ricucire il proprio rapporto con la tifoseria granata, non riuscendoci però completamente. E allora se il desiderio di Alessio Cerci è quello di tornare al Toro, a patto che ci sia il benestare di Sinisa Mihajlovic, è il benvenuto. Come ha già fatto a parole, anche in campo farà di tutto per farsi perdonare: le qualità per fare la differenza non gli mancano, con la maglia granata lo ha già dimostrato.

     


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