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  • Toromania: è festa a metà, a rovinarla c'è il caso Maksimovic

    Toromania: è festa a metà, a rovinarla c'è il caso Maksimovic

    • Andrea Piva
    Moreno Longo uno di noi” recitava uno striscione in curva Maratona, un omaggio all'allenatore della Pro Vercelli che, fino ad un paio di mesi fa, guidava la Primavera del Toro. I tifosi granata non l'hanno dimenticato e la speranza condivisa da curva e Longo stesso è che le stradre del tecnico e del Torino possano un giorno incrociarsi di nuovo. Nel frattempo sulla panchina granata c'è Sinisa Mihajlovic che, in poco tempo, con la sua schiettezza e la sua mentalità combattiva e vincente si è già fatto apprezzare dalla tifoseria e ha iniziato a far apprezzare anche la sua squadra e il suo gioco.

    L'esordio ufficiale del Torino nella stagione 2016/2017 è andato come meglio non poteva: 4-1 alla Pro Vercelli e qualificazione al prossimo turno di Coppa Italia messo in tasca. I tifosi si sono divertiti, hanno potuto apprezzare le prodezze di Ljajic (a proposito del serbo, era da anni che al Torino mancava un giocatore che sapesse battere le punizioni in questo modo), di Peres e di Boyé. Hanno esultato al gol di Martinez e a fine partita hanno anche avuto uno sguardo compassionevole per il giovane Zaccagno, l'ex portierone della Primavera ora a Vercelli a farsi le ossa, che al suo esordio tra i professionisti ha dovuto raccogliere, senza colpe, quattro palloni dalla propria rete. 

    Ma è stato davvero tutto così semplice e bello nella prima uscita del nuovo Torino? La risposta è no. A rovinare la festa c'è infatti il caso Maksimovic: il difensore, attirato dalla proposte di Napoli e Chelsea, non si è presentato all'allenamento di rifinitura e Mihajlovic, che poco prima lo aveva pubblicamente annunciato tra i titolari per la partita di Coppa Italia, lo ha escluso dai convocati.“È stata una cosa molto grave e si dovrà prendere le proprie responsabilità: ha mancato di rispetto alla Società che lo paga, ai suoi compagni e ai tifosi. Mi è dispiaciuto molto soprattutto a livello umano. Domani si allenerà, farà due sedute al giorno, ma per prima cosa dovrà chiedere scusa a tutti”. Così ha commentato l'accaduto Mihajlovic che, nei limiti dei suoi poteri, ha già preso provvedimentil escludendo appunto il giocatore della partita di coppa e programmando per lui sedute extra di allenamento.

    Ora la palla passa alla dirigenza, ma bisognerà capire prima di tutto se ci sono i margini per ricucire il rapporto. Nel caso non ci fossero la società dovrà prendere una decisione: cedere ai capricci di Maksimovic e alle offerte di Napoli o Chelsea oppure resistere e far rispettare il contratto al giocatore. La scelta toccherà ora quindi a Cairo che, dopo quanto accaduto due estati fa con Cerci e Amauri (l'ala destra fu ceduta a suon di milioni all'Atletico Madrid nell'ultimo giorno di mercato e fu sotituita con l'italo-brasiliano, preso ormai a fine carriera ad un prezzo basso, che, come facilmente preventivabile, non fu all'altezza del suo predecessore), sarà consapevole che in caso di cessione di Maksimovic (anche se dovesse avvenire nell'ultimo giorno di mercato) i soldi incassati dovranno essere reinvestiti per un altro giocatore all'altezza del serbo, non una scommessa o un giocatore a fine carriera. 

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