Il Palermo spaventa il Toro, ma l'arbitro terrorizza i tifosi. In una settimana così particolare, in casa granata ci si guarda alle spalle per qualunque cosa. I rosanero fuori casa non hanno mai vinto ed è il classico caso di squadra per cui i tifosi granata iniziano a pensare: 'Stai a vedere che vincono la prima volta in trasferta contro di noi'. E a forza di pensarlo poi succede, perché al Toro succede sempre. Soprattutto se è altamente improbabile che accada. E' il paradosso granata, che segue questa squadra un po' come la 'nuvola dell'impiegato''di Fantozzi. 

Allo stesso modo, anche se in questo caso con ragionamenti diversi, pure dall'arbitro ci si aspetta un comportamento negativo: dopo essersi visti fischiare dieci rigori contro e quattro a favore, e aver perso per strada dai cinque ai sette punti per errori più o meno clamorosi, in casa Toro c'è paura dell'operato del direttore di gara. Come già abbiamo evidenziato la dirigenza granata ha preferito non alzare i toni, evitando di sollevare polveroni: forse per coerenza, forse per paura di andare a stuzzicare ulteriormente una 'bestia' che ha già danneggiato e non poco la squadra, togliendole quei punti che oggi avrebbero voluto dire salvezza già in cassaforte. 

Eppure il Toro a tutte queste cose, battute e cattivi presagi a parte, non deve pensare: deve tornare in campo, domenica, pensando solo a fare quel che sa e che può fare ancora meglio, provando a battere il Palermo per cogliere il primo dei match-ball di cui dispone in questo lungo campionato. Tutto il resto sono chiacchiere e discorsi da bar, che possono intrattenere i tifosi, ma non devono intaccare minimamente una squadra forte e solida come quella di Ventura.