Ci risiamo. Dopo settimane passate ad incensare un Toro che gioca bene e avrebbe meritato di più, ora, dopo la sconfitta nel derby, ci ritroviamo a sperare in un riscatto immediato per tirare la volata finale di questo 2012. Il problema è che adesso il Toro si ritrova costretto a far punti contro Milan, Genoa e Chievo: la classifica è corta è si è rifatta pericolosa dopo meno di dieci giorni. I rimpianti per i torti subiti e per le occasioni mancate ora si fanno sentire, anche perché tutto questo incide sul morale e sull'atteggiamento dei giocatori, prima che sul mercato di gennaio. 

Se tutto va bene e vinci, allora l'agente di Sansone difficilmente tirerà fuori questioni per il suo assistito poco impiegato o, quantomeno, Ventura potrebbe sempre replicare sottolineando come la squadra stia navigando ad ottimi ritmi. Cosa che il tecnico ligure non può certo fare in questo particolare momento. Il Toro non è in crisi, sia chiaro: la squadra sta dando tutto quanto gli sia possibile, ma evidenzia chiari ed evidenti limiti di cui ci si accorge in modo specifico ora, seppure questi fossero noti già tra luglio ed agosto.

Adesso servirebbe la bacchetta magica per risolvere questi piccoli-grandi problemi. Aprire il portafoglio serve, sarà necessario, ma non sarà l'unica cosa di cui avrà bisogno il Toro e Ventura: il ds Petrachi dovrà fare sfoggio dell'inventiva che lo ha contraddistinto nelle prime settimane del suo insediamento in granata, sperando che qualche club a gennaio reciti la parte dell'ingenuo, permettendo ad una diretta concorrente di rinforzarsi. Per il mercato però manca ancora troppo tempo: per adesso si pensi al Milan, 'Sperando che Dio ce la mandi buona', come ha detto Bianchi, col sorriso, nella giornata di ieri.