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  • Toromania:| Siamo alle solite?

    Toromania:| Siamo alle solite?

    Ci risiamo. Il periodo d'altronde è questo. Tra novembre e dicembre, il Toro, che si trovi in A o in B, solitamente attraversa il suo momento nero. Non si tratta di statistica, ma di cattive abitudini tramandate nel tempo. L'ordine cronologico dei fatti è questo: campagna acquisti estiva illusoria, dichiarazioni di medio-basso profilo, amplificazione mediatica degli obiettivi in stile Champions League, inizio di campionato sfavillante e crollo inesorabile con conseguenti contestazioni, rivoluzioni di mercato, esoneri e quant'altro ancora.

    Forse quest'anno, fortunatamente, quel che è descritto nella parte conclusiva non accadrà. Questo Toro non ha bisogno di essere rivoluzionato e nemmeno cambiare l'allenatore sarebbe saggio, a meno di improbabili cospirazioni all'interno dello spogliatoio. A questo Toro servono accorgimenti, serenità e coesione, ma se il 'colpaccio' contro la big di turno non ti riesce mai e contro quelle alla tua portata perdi, allora è facile che la gente si inizi ad arrabbiare.

    E’ vero, al Toro gli arbitri hanno tolto molto, diciamo abbastanza per potersi rammaricare del fatto di non avere la posizione di classifica desiderata. E' anche vero, però, che contro Parma e Cagliari, direttori di gara o no, questa squadra doveva e poteva fare di più. Si può piangere ed avere un alibi in qualsiasi istante a vedere il cammino dei granata, ma se si prova a ragionare in maniera obiettiva, bisogna ammettere che contro le formazioni alla propria portata, il Toro poteva fare di più.

    A che serve pareggiare col Napoli e con la Lazio, se poi contro quelle che lottano per i tuoi stessi obiettivi non metti in campo tanta forza e bravura? Il resto è tutto una conseguenza: non batti quelle come te, il colpaccio non ti riesce mai, e ti ritrovi a due partite dal Natale con l'obbligo di vincere contro Genoa e Chievo: e si sa, quando giochi e hai l'acqua alla gola, puoi anche sbagliare. E il Toro, inevitabilmente, ora non se lo può più permettere. E intanto già ieri una parte di tifoseria organizzata è tornata a far sentire la propria voce contro giocatori e società.

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