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  • Totti scaricato, De Rossi in Usa: Spalletti ha deromanizzato la Roma, che tristezza!
Totti scaricato, De Rossi in Usa: Spalletti ha deromanizzato la Roma, che tristezza!

Totti scaricato, De Rossi in Usa: Spalletti ha deromanizzato la Roma, che tristezza!

  • Stefano Agresti
Non sappiamo se sia studiata e progettata, ma certamente lo sembra. E’ un’operazione clamorosa, perché sovverte vent’anni di storia: la deromanizzazione della Roma. Totti - il capitano - lasciato definitivamente ai margini, anzi messo all'angolo: farà il dirigente, forse, o forse continuerà a essere un calciatore, ma non sarà mai più un elemento centrale nella squadra giallorossa (e comunque non è affatto escluso che se ne vada). De Rossi - capitan futuro, mai diventato capitan presente - a un passo dall’addio: lo aspetta il calcio a stelle e strisce, molti dollari e poche pressioni, un’esperienza di vita differente negli Stati Uniti.
 
Pare la fine di un ciclo, ma è molto di più: l’unica nostra squadra che ha ancora radici nella propria città le sta strappando via, senza pietà. Pensateci: non c’è un altro club che abbia il capitano, il vice-capitano e il vice-vice-capitano (Florenzi) nati e cresciuti lì, attorno a quel mondo. Molti club, ormai, faticano ad avere in organico pochi italiani, li hanno solo perché imposti dal regolamento, figuriamoci tre indigeni. La Roma è un mondo a parte: qui i calciatori migliori da sempre sono romani e anche - e non guasta - supertifosi giallorossi. Un’identificazione totale campione-squadra che non ha eguali nel nostro calcio, e forse in tutta Europa (Athletic Bilbao escluso, diremmo). Una storia straordinaria, certamente. Ma questa simbiosi è un vantaggio oppure no?
 
Già: è un vantaggio avere i migliori calciatori che sono nati e cresciuti qui, attorno a Trigoria? Domanda senza risposta. C’è chi sostiene che lo sia, perché l’amore per la maglia e il senso di appartenenza sono considerati valori fondamentali attorno ai quali costruire un gruppo vincente. Ma c‘è anche chi avanza la tesi contraria: via i romani, troppo coccolati, finalmente arriveranno le vittorie. E cita quel famoso derby nel quale la Roma era in svantaggio alla fine del primo tempo e Ranieri nell’intervallo fece una doppia sostituzione, fuori Totti e fuori De Rossi, e così ribaltò la partita.
 
Ognuno è libero di pensarla come vuole, ovviamente: il dibattito è apertissimo (a proposito: fatemi sapere che ne pensate, scrivendo su VivoPerLei). Noi continuiamo a ritenere che Totti e De Rossi sia sempre meglio averli dalla propria parte piuttosto che in campo avverso, e lo sarebbe anche se fossero nati a Timbuctù anziché a Roma. Questione di classe, insomma, più che di carta d’identità. Poi c'è l'aspetto sentimental-romantico, e anche quello ha un valore.
 
Ciò che è sicuro, è che Spalletti in questa storia c’entra molto. Perché nessuno all’interno della Roma, fino a poche settimane fa, pensava neppure lontanamente di far fuori Totti e poi anche De Rossi, invece da quando c’è il nuovo allenatore certe situazioni apparentemente cristallizzate hanno cominciato a cambiare aspetto. Chissà se capitano e vice-capitano pagano qualche dichiarazione amara e ironica fatta ai tempi in cui proprio Spalletti provò a fuggire dalla Roma, destinazione Chelsea (ma poi Abramovich preferì Ancelotti). La vendetta di Luciano viene consumata fredda, a quanto pare.
 
Un presidente americano e un allenatore toscano: ecco ciò che serviva per togliere le radici all’unica squadra italiana che ancora le aveva. Non sappiamo se questo regalerà vittorie, per il momento porta molta malinconia. Deromanizzare la Roma: che tristezza.

@steagresti
 

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