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  • Tutti i volti di Bonucci, in crisi e leader: 'Avevo già iniziato a studiare l'inglese'

    Tutti i volti di Bonucci, in crisi e leader: 'Avevo già iniziato a studiare l'inglese'

    • Nicola Balice

    Alcuni belli, altri brutti, altri ancora ne arriveranno. Senza scomodare quelli extra-calcistici che lo hanno accompagnato negli scorsi mesi a proposito della situazione del piccolo Matteo, la stagione di Leonardo Bonucci è sempre più ricca di ricordi indimenticabili per vari motivi. Una stagione che assomiglia sempre più ad un album fotografico con immagini da copertina, diverse anzi diversissime l'una dall'altra. C'è quella del flop di Marassi col Genoa e quella dei gol decisivi contro Napoli e Siviglia ad esempio, c'è quella che lo vede furioso nei confronti di Max Allegri contro il Palermo e poi imbarazzato su uno sgabello nella tribuna del Do Dragao durante la partita con il Porto. E poi ci sono ancora quelle legate alla partita con l'Udinese, una partita che a sua volta sembra fotografare il momento o tutta la stagione di Leonardo Bonucci, in pieno stile 'dottor Jekyll e mister Hyde': un'ora da incubo, mezz'ora da leader.

     

    NON E' LEO Tutta la Juve è andata in difficoltà alla Dacia Arena, tutta la Juve è apparsa irriconoscibile dopo un periodo all'insegna delle vittorie e delle prestazioni al netto di tutte le polemiche che son sempre scivolate addosso alla formazione di Allegri, o almeno così è sembrato. In particolare, però, proprio Bonucci è stato il simbolo della difficoltà bianconera: il gol di Zapata è sembrato quasi umiliante per uno come lui, che è stato letteralmente spazzato via dal colombiano come se fosse un ragazzino. Più che altro, come se non fosse Bonucci. Quello vero, quello dominante delle passate stagioni, mai sarebbe andato a sbattere contro Zapata rimbalzando via. Un Bonucci irriconoscibile, come quello sullo sgabello, segnata dalla recente frattura almeno ufficialmente ricucita dopo lo scontro con Allegri. Immagine brutta, da cancellare.

     

    RIECCO LEO – Poi, con una Juve che continua ad essere in difficoltà, ci ha pensato proprio Bonucci a levare le castagne dal fuoco ad Allegri. Quell'incornata sulla perfetta punizione di Dybala, unico lampo in una prova anonima anche per la Joya, lo ha riacceso cambiandolo nel volto e nello spirito. Un gol che lo ha trasformato, rigenerandolo. Da lì si è rivisto il vero Bonucci, anche rabbioso nell'esultanza e nel cercare di spronare tutta la squadra in una domenica che poteva archiviare (quasi) definitivamente la pratica Scudetto e che si conclude con un punto pesante proprio perché in fondo immeritato. Al gol segnato si aggiunge un altro evitato con una chiusura sul contropiede a campo aperto dell'Udinese in situazione di inferiorità numerica, con annessa sfuriata a tutti i compagni. Grintoso, trascinatore, decisivo: tutt'altra immagine, quella del vero Bonucci. Da conservare, guardare e ricordare. Anche in futuro, che lui sottolinea proprio oggi come sia assolutamente da vivere in bianconero: "Io sono un patrimonio della società, ho firmato un contratto fino al 2021. Sono qui, mi sento importante per la società e non vedo dove sia il problema. Se avessi voluto andare via avrei spinto per andare via lo scorso anno, quando ho ricevuto offerte. Avevo cominciato a studiare l’inglese. Anche lo spagnolo? Chissà, forse...". Parole da leader, da Bonucci. Quello vero.

    @NicolaBalice


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