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  • Tutto sui cinesi, nuovi padroni del mercato: 'Ma non prendeteli per pazzi'

    Tutto sui cinesi, nuovi padroni del mercato: 'Ma non prendeteli per pazzi'

    • Marco Demicheli
    Da Tevez a Oscar, passando per Witsel. È sempre la Cina a farla da padrona sul mercato in questo gennaio. Tanti i colpi messi a segno dalle squadre della Super League, tanti quelli che possono arrivare nelle prossime settimane. Affari che stanno suscitando tante polemiche per un dominio che appare incontrastato. Per provare a fare chiarezza sul mercato cinese, Calciomercato.com ha intervistato Oberto Petricca, avvocato e agente Fifa, tra i primi a lavorare con le società asiatiche.

    Petricca, questa finestra di mercato per la Super League si chiuderà il 28 febbraio. Dobbiamo aspettarci ancora tanti colpi?
    Qualche operazione sì, ma non penso che sarà un fenomeno senza fine. Non si può mai dire di aver raggiunto il limite, ma anche in queste prime settimane non sono state concluse tante trattative, anche se hanno fatto tanto rumore. 

    I limiti sull'utilizzo di calciatori stranieri (uno proveniente da altri Paesi asiatici e tre dal resto del mondo) possono porre un freno a questo fenomeno?
    Certamente. Queste non sono regole decise dalla Super League, ma dalla Confederazione asiatica. I club più importanti hanno chiesto in passato che venga aumentato il numero di calciatori stranieri, ma appunto perché queste norme valgono dall'Arabia Saudita all'Australia, non sono facilmente modificabili.

    Paulinho, Gervinho, Lavezzi, giusto per fare qualche nome. Già negli ultimi anni sono stati spesi tanti soldi.
    E questo può essere un ulteriore deterrente a nuovi acquisti. Non sono pazzi, sanno che sono stati firmati dei contratti da cui difficilmente ci si può liberare e quindi sia i club che i giocatori ne restano in un certo senso prigionieri.

    Sembra che qualsiasi squadra cinese abbia a disposizione un budget pressoché illimitato. È così?
    Assolutamente no. C'è una grande differenza tra le prime quattro/cinque squadre e le altre. Il Guangzhou Evergrande non ha limiti di spesa. È una società totalmente privata e che lavora con una buona programmazione. C'è un blocco importante della nazionale cinese, intorno a cui ha messo stranieri di qualità. Anche Shanghai Shenhua, Shanghai Sipg ed Hebei China Fortune spendono tanto. Così come il Tianjin Quanjian di Fabio Cannavaro, appena promosso in Super League. Ma nella prima divisione ci sono 16 squadre e le altre hanno una capacità di spesa molto ridotta. Faccio un esempio: il Changchun Yatai, che sta trattando Birsa con il Chievo, ha presentato un'offerta da 5 milioni di euro, non di più. Le squadre della seconda serie, invece, possono arrivare a tre/quattro milioni per un acquisto e poco più di un milione per l'ingaggio dei giocatori, non di più. La situazione è molto differenziata, perché la Cina stessa è differenziata: non è una Nazione, è un continente.

    Banega e Kalinic: sono questi i prossimi giocatori che possono lasciare la Serie A per la Cina? 
    Banega è un profilo che può essere molto funzionale a tanti club, che negli ultimi anni hanno comprato diversi attaccanti, senza pensare a dare un equilibrio alle squadre. Kalinic, anche se in questo momento sembra aver rifiutato, può essere una delle prossime operazioni. Il Tianjin voleva Diego Costa, ma il Chelsea in questo momento non si è detto disponibile a trattare. Lui può essere una buona alternativa.

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