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  • Udinese: |Con la Roma lo specchio della stagione

    Udinese: |Con la Roma lo specchio della stagione

    L'ultima frase dell'analisi della Gazzetta sulla gara di ieri coincide con quanto scritto a caldo sul nostro giornale: "L'1-1 non permette alla Roma di agganciare la zona Europa. L'Udinese, invece, si avvia a chiudere un campionato di transizione". Un pari che non serve a molto ai giallorossi, un dispari che fa ancora meno con l'Uidnese. Ma a fine gara c'è ancora chi ha voglia e coraggio di parlare di Europa. Del resto a questa Udinese si possono imputare vari errori (societari e tecnici),ma non che la squadra abbia dato quello che ha potuto. Con la Roma Zazzaroni ha detto ce è stata una partita orrenda. Non ne ha viste altre dell'Udinese 2012/13, evidentemente. Il punto sta anche nella questione tecnica: questa squadra era giusto che pensasse per gradi, prima i 40 punti poi il resto. Però si è innescata una sorata di terrore per la salvezza che non è mai stata messa in discussione da nessuno, nemmeno dagli avversari molte volte (troppe) dipende come fossero stati il Real Madrid. Un certo miglioramento, non la perfezione, ma nemmeno 10 giocatori nella propria area, è avvenuto con i due trequartisti dietro a Di Natale. Ma se col Pescara derelitta la differenza tecnica ha fatto la differenza, questo non è riuscito con la Roma. Che ha dato l'impressione di strappare un pari senza nemmeno sforzarsi troppo, e se gli episodi fossero stati favorevoli avrebbe potuto anche vincere. Episodi, quelli che determinano una gara: l'espulsione di Heurtaux è stata ingenua quanto ingiusta. Il giocatore è stato troppo irruento, dalla tribuna la prima cosa che abbiamo pensato è stata "ora lo caccia", così è stato. In una frazione di secondo l'arbitrro ha deciso quello che molti spettatori (specie quelli più lontani non hanno visto). In campo si vede ancora meno, lo possiamo garantire.

     

    Al di là di questo Di Natale va a fiammate: col Pescara eroe, contro la Roma uno qualunue, come del resto Totti. Soloi media non si accorgono che anche gli eroi hanno una fase calante dopo tante battaglie vinte. Loro due non sono né l'Uidnese né la Roma, e forse le rispettive società hanno sbagliato a costruire tutto attorno a loro. I gol li fanno, ma non con la continuità che li ha resi cecchini. Non basta a nessuno, e ora la domanda che si fanno tutti è cosa farà l'Uidnese? penserà alla prossima stagione? La sensazione, che non verrà mai ovviamente confermata, è che si pensi già al mercato. Heurtaux è già un buon vice Benatia (ma deve disciplinarsi), vedremo Naldo cosa saprà fare, Danilo seguirà il marocchino. Poi l'Inter continua a bussare per Basta. Operazione da quasi 40 milioni, qualcosa meno, ma la cifra è più o meno quella.

    Qui entrano in ballo le considerazioni di Totò e Domizzi, che guarda caso, sognano di giocare con Quagliarella. La nostra personale interpretazione è che se cessioni devono essere, che almeno ci sia qualche innesto che non sia il solito giovane da sgrezzare. Che poi Totò annunci che non sa cosa farà il prossimo anno è un ulteriore indizio, che segue quello di Guidolin, per sua stessa ammissione a settembre, stanco di ricominciare sempre da zero.

    Questo campionato ha mostrato fino ad oggi una Udinese che non si arrende facilmente, ma che dà l'impressione di dover correre più degli altri sperando nell'episodio per fare risultato. Il gioco, il fraseggio solo nelle ultime gare si inizia a intravedere, e la domanda da profani è perché non si è giocato prima così? Era davvero così tanta la paura dei 40 punti? L'Udinese fino a febbraio ha giocato con un 3-5-1-1 che al di là dei numeri mostrava una squadra con baricentro talmente arretrato che si andava a difendere anche in 10, con contropiedi falliti e mancanza di regia.

    Oggi, almeno, una crescita si intravede: Allan può crescere e prendere per mano la squadra, ma questo pone anche dubbi sul prossimo anno. Pinzi è inamovibile, col solo campionato avere centrali Pereyra, Badi e Lazzari, oltre che a Allan è un lusso. Nel senso che o si mete in chiaro che serve una rosa all'altezza per tentare di riscattarsi, o si rischiano lamentele. Maicosuel è un giocatore che deve giocare largo sulla sinistra, così sembra ingabbiato in regole tattiche volute da Guidolin. Muriel segna, ma per gran parte della gara anche con la Roma  è rimasto in ombra. Di Natale, come detto, deve sciogliere per prima cosa i suoi dubbi amletici, consapevole che non può più pretendere il posto.

    Una cosa è certa: l'Europa è lontana oggi: la Roma che non ha incantato a Udine, con l'Inter punterà tutto quello che ha sul banco, per assicurarsi l'Europa in ogni caso attraverso la finale di Coppa Italia. Rimangono i primi 5 posti in 10 giornate. Tutto può succedere, ma oggi come oggi la sensazione è che questa Udinese non ha avuto una partenza sprint, poi un calo e ora si attende un nuovo rilancio. E' stata piatta, senza mai rischiare, in tutti i sensi.

    Ora alla società la risposta: specie se il Watford andasse in premier. I tempi che si presentano sono incerti. La politica non si tocca, non importa se il NYT pone dubbi che anche a Udine ci poniamo. La strada è questa, che sia dritta o piena di curve dipenderà dall'allenatore. Che se non sarà Guidolin andrà trovato con molta attenzione. Il ruolo di Dt, eventualmente, di certo non può interferire con quello del tecnico che deve essere carismatico e giovane come idee, oltre che coraggioso.

     

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