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  • 'Sanchez vale Messi':| Fabbrini 1° colpo dell'Udinese

    'Sanchez vale Messi':| Fabbrini 1° colpo dell'Udinese

    Di Natale si arrabbia con Amelia dopo un rigore parato. Ma col Milan basta un pari per volare ai preliminari dopo 6 anni.
    Champions low cost: modello Udinese.
    Il viaggio dell'Udinese con il vestito della festa più bella comincia dal quartier generale della truppa friulana in un hotel nel cuore della città. C'è un compleanno nella sala a destra, una gara da ballo in quella a sinistra e, in mezzo, una lavagna, una televisione accesa e l'architetto Francesco Guidolin che dà gli ultimi ordini. Nasce così, come se fosse la svolta più normale del mondo, la notte della sfida al Milan che varrà lo sbarco nei preliminari di Champions League: luci, lacrime e danze, compresa quella di Guidolin in stile Boateng, prenderanno in ostaggio il Friuli che balla a traguardo tagliato. Udine vuol dire semplicità nelle idee e nei programmi ed ora che i «suoi» ragazzi valgono oro c'è da respingere o pesare la corte altrui. «Se parte qualcuno, e sarà inevitabile, arriveranno altri a colmare i vuoti», così il patron Gianpaolo Pozzo. Semplice, dunque. Come la riflessione sul destino del gioiello che brilla più degli altri. «Per Sanchez - continua Pozzo - ho già detto no ad un'offerta da 35 milioni di euro. Al giocatore ho detto che sarebbe meglio per lui a 22 anni restare un altra stagione qua per crescere sereno, ma so che non sarà facile trattenerlo...».

    Pozzo pensa ad un nuovo stadio e salta già sul dentro o fuori di agosto con in gioco i gironi dell'Europa che conta. Benatia più Zapata. E, ancora, Isla, Inler, Asamoah, Armero e Sanchez sono le sue creature. Il meno giovane ha ventisei anni, il più giovane quattro in meno: sbarcati in Friuli a costo zero o per affari da meno di un milione di euro, ora che il sipario sul campionato è calato il loro valore complessivo sconfina ben oltre i cento milioni di euro. Colombia, Marocco, Tunisia, alcune delle frontiere abbattute dalla famiglia Pozzo che, il prossimo luglio, brinderà sulle venticinque candeline di permanenza al vertice del club. I giocatori, giovani, ma già con il fiuto del campione, da queste parti amano scoprirli da soli perchè, se serve, c'è una via di fuga per valorizzarli in Spagna dove i Pozzo hanno in mano il Granada, club di seconda divisione e pronto a fare da chioccia a chi deve trovare il passo giusto.

    Idee ed investimenti equilibrati. Udine si regala il visto per l'Europa che conta con un quarto posto che diventa quindicesimo se in scena entra la classifica per club in base agli ingaggi dei giocatori. Il dato è indicativo e non può che servire da monito per chi pensa di inseguire il bottino senza una programmazione che ne indirizzi le scelte: il Bari o la Sampdoria hanno salutato la serie A investendo in stipendi più dell'Udinese, senza contare la stagione in salita o da cancellare di corazzate annunciate (Juve o Roma) e finite ai margini.

    Oggi, Barcellona, Manchester United e Manchester City, Arsenal, Inter e Juve si mettono in fila per i gioielli della famiglia Pozzo. Lui, il patron Gianpaolo, aveva promesso a se stesso che presto avrebbe avuto il piacere di riascoltare la musichetta della Champions League dopo l'avventura di sei anni fa. Allora fu Spalletti il genio del Friuli e Cosmi colui che ereditò la creatura del tecnico toscano che alle sfide con Barcellona, Werder Brema e Panathinaikos preferì Totti e la Roma. Quell'Udinese della prima volta fra i grandi d'Europa soffrì un po' di vertigini e per pagare in campionato (decimo posto) l'adrenalina dei duelli mai visti. «Stavolta sarà diverso...», assicura papà Pozzo. Diverso anche senza Sanchez, Inler ed Asamoah («Ci interessa», così l'ad rossonero Galliani) sicuri partenti, ma, intanto, con l'estro di Fabbrini, primo colpo in arrivo dall'Empoli e con la benedizione di Ciro Ferrara, suo estimatore nell'Under 21. Il Milan bis non rovina la festa: Ibrahimovic, Nesta, Zambrotta, Gattuso, Ambrosini, Abbiati e l'ormai juventino Pirlo guardano da fuori. Pato (il Papero è finito ko con la spalla fuori posto, un mese di tutore e addio alla Coppa America) e Cassano non pungono, lo fa Amelia che para il rigore di Di Natale (sarebbe stato il trentesimo sigillo del bomber) e viene mandato a quel paese dal re dei gol del campionato. C'è ancora spazio per una traversa di Inler, poi, i botti. E altre lacrime: Pirlo si congeda dai suoi tifosi e non riesce a nascondere l'emozione.


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