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  • Udinese, troppe voci:| Urgono riposte
Udinese, troppe voci:| Urgono riposte

Udinese, troppe voci:| Urgono riposte

Udinese, nonostante la boccata d'ossigeno arrivata con la vittoria sul Cesena, sta vivendo la peggior stagione da quando e' tornata in Serie A. Ma il decadimento non e' stato repentino e, probabilmente, nemmeno frutto del caso. 
Trascurando le ultime vicissitudini del mercato estivo, da qualche anno sembra che l'Udinese abbia perso di vista l'idea di un progetto ventilato dalla proprietà' solo quattro anni or sono e ora apparentemente dimenticato. Lo stadio nuovo e' stato sempre rimandato fino alle recenti promesse di cominciarlo la prossima estate.

 

L'Academy e' una parola che oggi sembra aver perso di significato di fronte alle accuse mosse verso più di qualche straniero reo di non capire ancora la lingua.

La società non ha mai negato tutte le voci di mercato che inevitabilmente nascono: qualche sporadica smentita ma la maggior parte delle volte la risposta risuona sempre con la solita spiegazione: "Udine e' un trampolino. Nessuno e' incedibile se l'offerta e' buona".

Un invito a nozze in un calcio che vive necessariamente di queste cose. Perché se i giornali spesso sbagliano e' anche vero che le notizie non possono nascere sempre e solo a causa della fervida immaginazione dell'autore di turno.

Insomma se a Udine nemmeno a livello locale si riesce a smentire le molteplici voci e' forse perché anche qui le notizie che giungono portano a confermarle, seppur sempre col beneficio del dubbio che nasce più che altro dalle bizzarrie del mercato.

Una società forte per una squadra forte. Le regole devono essere rigide e la disciplina un dovere imposto quando manca.

Guidolin, probabilmente tornato senza conoscere tutti i problemi, sta cercando di portare un nuovo corso.
Che non e' altro che un ritorno al passato. E' innegabile, infatti, che la società bianconera sia stata una delle più belle realtà di questi ultimi lustri. Ma ultimamente ha scricchiolato perdendo di vista l'equilibrio tra esigenze di bilancio e sportive.

Inevitabile, quindi, che nascano sospetti: non bastano tranquillizzanti risposte di circostanza, infatti, per spiegare perché si sia scelto di investire a Granada e oggi, che pure in Andalusia i problemi non mancano, si riparla di Espanyol.

Qualcuno risponde che Gino Pozzo e' una cosa, il Paron un'altra. Ma il figlio e' stato una colonna importante dei successi di questo club e il merito di aver creato uno staff di valore assoluto in passato e' innegabile. Quindi perché non prende la parola per spiegare? Perché mai una dichiarazione ufficiale che possa fare chiarezza dal mercato fino agli investimenti altrove?

La comunicazione e' troppo importante per trascurarla. Gli strenui difensori d'ufficio del club rispondono che non si può rispondere ogni qual volta nasce una notizia. Vero. Ma e' altrettanto vero che nei momenti difficili, quelli dove le cose vanno male, serve fare chiarezza.

Inler e Sanchez via a gennaio sono solo congetture o fantasie? Bene! Ma lo si dica senza se e senza ma, consapevoli che gennaio porterà poi fatti inconfutabili.

I tifosi per primi sembrano dividersi davanti a tutto questo: i pessimisti, i realisti, gli scettici su tutto, i colpevolisti, i provocatori non mancano quando manca chiarezza. I giornali hanno il dovere di riportare tutto: se mancano punti di vista positivi può essere solo colpa loro?


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