Da Anfield a Berna. Dall'impresa di Liverpool alla debacle contro lo Young Boys. La squadra è la stessa: l'Udinese. Cambiano gli interpreti, cambia il risultato. I tre punti inglesi vengono azzerati dalla sconfitta in Svizzera. E adesso la qualificazione in Europa League alla fase successiva si complica. Senza Di  Natale e Pereyra la squadra soffre in fase propositiva. La sterilità in attacco è una delle pecche di questo inizio di stagione dell'Udinese. 

Un problema che non esisteva fino a pochi mesi fa, ma che adesso si evidenzia in Europa e in campionato. Un anno transitorio, un anno di passaggio generazionale con nuovi protagonisti che vanno formandosi, però, inevitabilmente, con risultati che non saranno immediati. I friulani hanno già fatto tantissimo riuscendo ad arrivare per due campionati di fila ai preliminari di Champions davanti a squadre che hanno budget e ingaggi di gran lunga superiori a quelli dei bianconeri.

Il bello di Udine è proprio questo: la dimensione non si dimentica mai. A volte si sogna, questo sì, ma non esistono drammi per mancanza di risultati. Per questo Guidolin riesce nei miracoli, magari ci sarà anche il terzo di fila. D'altra parte l'allenatore è già riuscito a far riapparire 'O mago' Maicosuel dopo la scomparsa post-eliminazione contro il Braga e lo sciagurato cucchiaio. Il brasiliano è stato protagonista contro il Pescara in campionato. Cucchiaio dimenticato, fiducia ritrovata.