Tutto in sei partite. L'Udinese decide il suo destino in 540 minuti. E in questo destino c'è parecchio affollamento. Perché, se oramai la lotta scudetto è una partita di tennis tra due giocatori, per l'Europa (League e Champions) c'è la stessa griglia di partenza della Formula 1. Cinque squadre per un posto nella massima competizione continentale, tre i posti per l'Europa League. In pole adesso c'è la Lazio, ma il motore più caldo sembra essere quello della Roma, seguita dall'Inter.

Purtroppo l'Udinese è a corto di benzina: non quella nelle gambe, che girano ancora, ma quella mentale. E Guidolin ha finito i pezzi di ricambio. Troppi infortuni in questo finale di stagione. La squadra friulana ha dato tantissimo nel girone di andata, poi gli impegni ravvicinati di Europa League, Nazionali e Coppa d'Africa hanno spezzato ritmo e fiato. Adesso che la forma è di nuovo buona, mancano gli uomini. Purtroppo anche Di Natale risente di questa situazione e la classifica cannonieri di conseguenza.

Il modulo che sembra più propositivo, con Barreto suo compagno d'attacco, è stato usato solo contro il Parma, e con la squalifica di Pinzi non è riproponibile contro l'Inter. Riuscirà l'Udinese ad essere più forte di tutto? Probabilmente ha ragione Guidolin: a Udine la bocca si è fatta buona e qualcuno storce il naso davanti all'Europa League. Ma l'Udinese, nel complesso, ha disputato un campionato migliore di quello scorso, tenendo conto della mancanza di un uomo come Sanchez. E a lui aggiungiamo, dalla gara contro il Milan in poi, anche le assenze di Isla, Basta, Badu e Benatia... e non è poco.